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HomeNotizieInteressa?Il settimanale Pagina 99 a rischio chiusura

Il settimanale Pagina 99 a rischio chiusura

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Pagina 99di Gaiaitalia.com

Pubblichiamo di seguito l’editoriale sullo stato delle cose a Pagina 99, uno dei più interessanti settimanali italiani, a rischio chiusura.

Scorrono le immagini di questo 2014 a pagina99: la carta salmone, i titoli rossi, le sere del mercoledì quando si completa il numero da mandare in edicola, i selfie dei lettori che raccontano il loro sabato mattina con giornale, caffè, cappuccino e cornetti. Insieme a tutto questo c’è il nostro entusiasmo nel lavorare a un progetto giornalistico innovativo. 

Una scommessa forse estrema di chi non vuole accettare il declino del Paese e che prova a raccontare con parole nuove quest’epoca. Abbiamo scelto un particolare filtro per interpretare l’attualità e le notizie privilegiando una lettura economica. I temi a noi cari sono il lavoro, l’innovazione e gli aspetti culturali della società, perché è lì che da sempre si avvertono i segnali di novità che vanno colti e alimentati.

Ci siamo occupati di politica, ma evitando il chiacchiericcio che la contraddistingue, al punto che chi ci conosce poco ha avuto l’impressione che l’avessimo un po’ snobbata. Tutt’altro. Ci siamo occupati sempre di politica. Ma a modo nostro.

Forse lo abbiamo fatto senza preoccuparci di conquistare un consistente numero di amici e di nemici com’è prassi. Nel raccontare le nostre storie ci siamo concentrati sulle rendite di posizione, le lobby e in generale su tutti quei fattori che frenano lo sviluppo, la creatività, la redistribuzione e cristallizzano una società sempre meno democratica e aperta.

E’ trascorso circa un anno e oggi questo progetto è a rischio. Siamo all’89esimo della nostra partita di calcio e siamo sotto. Non resta che qualche secondo da giocare e poi sperare nel recupero. La maggior parte delle volte è impossibile rimontare, ma qualche volta ce la si fa. Poche settimane e capiremo che succede. Intanto l’appuntamento è per il prossimo numero che uscirà il 3 gennaio, dopo la sosta festiva.

Oggi la condizione di pagina99 è questa. Un marchio che si è imposto in un pugno di mesi, i lettori che sentono di appartenere a questo giornale, e che svolgono un doppio ruolo, sono un po’ tutor e un po’ fan di questo progetto.

In altre occasioni abbiamo più volte espresso il parere che il guaio dei giornali è di aver rotto il rapporto empatico con i loro lettori. Noi sentiamo che invece questa empatia con il nostro pubblico c’è. Eppure siamo a un passo dalla chiusura, nonostante le copie ormai stabilizzate da mesi e un gruppo qualificato d’inserzionisti pubblicitari che ci ha scelto e che ci riconosce una capacità di raccontare le cose in modo diverso. E un sito che registrato un aumento del 20% di utenti unici nell’ultimo trimestre.

Qual è il problema? Ci serve un milione e mezzo di euro. Attenzione, non stiamo parlando di debiti accumulati da coprire con nuova finanza. Il nuovo finanziamento è necessario per sviluppare il nostro giornale e permettergli di raggiungere un equilibrio economico e finanziario.

I soci che ci hanno sostenuto con generosità fino a oggi hanno deciso di non rilanciare da soli e noi non abbiamo, né abbiamo mai puntato ad avere, quei contributi che fanno stare in piedi mezza editoria, di qualità e non.

La cifra che serve è forse troppo piccola perché interessi a quell’1% che potrebbe concederla senza problemi (ma che non ha forse alcun interesse a farlo) e troppo grande per chiederla ai nostri lettori, i quali, giustamente, già fanno il loro dovere comprandoci su carta o in digitale. Ma vogliamo che si sappia, un giornale può morire così, avendo lettori, sostenitori, avendo costruito un marchio che è associato alla qualità e all’eccellenza (pur fra i mille errori fatti certamente), perché non gli si dà il tempo di crescere, di migliorare, di farsi conoscere.

Molti ci hanno considerato dei pazzi per aver lanciato un giornale di carta oggi. È vero. Ma la gran parte del fatturato delle imprese editoriali deriva ancora dalla carta (vendita, abbonamenti e pubblicità). Non esistono scorciatoie possibili. Si tratta di trovare un nuovo modello di business, in equilibrio fra carta e digitale. E non basta fare i facili profeti dicendo che la carta non va più. Carta o digitale che sia, i progetti richiedono il tempo necessario perché decollino o falliscano. Chi va meglio nei media oggi è chi ha trovato un proprio punto di equilibrio fra i due supporti. Difficile certo intercettarlo senza impiegare ere geologiche.

Qui abbiamo lavorato sodo e lo faremo ancora fino a quando sarà possibile. Ringrazio una squadra straordinaria che si sta impegnando in modo fantastico.

In questo Paese migliaia di business sono nella nostra stessa condizione. Noi ci proveremo fino al 99esimo e anche oltre se dovesse occorrere. E comunque siamo onorati di aver avuto quest’occasione e onorati di avervi avuto come lettori. E questo durerà per sempre.

Per dire la vostra, mandare proposte, fare domande, usate come sempre i nostri social media Twitter, Facebook, G+, o scrivete a lettere@pagina99.it. Per dubbi sugli abbonamenti alla casella abbonamenti@pagina99.it 

(19 dicembre 2014)

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