di Aurelio Mancuso twitter@aureliomancuso
E’ vero ci sono tante persone omosessuali che sono razziste, misogine, che ritengono come La Russa che “I Rom sono culturalmente dei ladri”. Il fatto di per se non ci deve stupire, gli e le omosessuali si differenziano assai poco dalle opinioni generali, è un errore confondere le opinioni della stretta cerchia dei gay e lesbiche militanti e di sinistra con i milioni di cittadine e cittadini non eterosessuali. Dobbiamo sempre ricordare che figure perlomeno chiacchierate come Jörg Haider o apertamente omosessuali come Pim Fortuyn, il primo morto tragicamente in un incidente stradale, il secondo assassinato, furono i sostenitori di una difesa dei diritti acquisiti degli autoctoni in contrapposizione con una supposta invasione dei migranti, in particolare di fede islamica, che avrebbero messo in pericolo le libertà civili. Queste idee con la morte dei due leader non hanno attecchito, ma sono state sostituite dalle attuali teorie xenofobe e razziste di molti movimenti e partiti di estrema destra forti soprattutto nell’est europeo e che ora, con la drammatica crisi economica, si saldano con i rigurgiti nazionalisti alla Le Pen e alla nuova Lega di Salvini.
L’Europa in cui comanda da oltre un decennio la destra, che ha propugnato solamente austerità e rigore, si è trasformata da occasione di riscatto e benessere per i popoli del vecchio continente, in odiosa matrigna sanguisuga, facilmente attaccabile da un populismo becero che specula sui poveri di tutte le provenienze. La sinistra europea, debole, incapace di essere punto di riferimento di un cambiamento delle politiche europee, arretra dappertutto e, in molti paesi è percepita come complice delle politiche del Ppe. In questo quadro la paura per il diverso, per lo straniero, per chi mette in discussione l’ordine costituito, è un sentimento che si va diffondendo sempre più, che in Italia ha il volto del segretario della Lega, ma anche dell’inedito vigore dei gruppi di estrema destra, delle associazioni cattoliche reazionarie, di una buona fetta della destra istituzionale, Ncd per prima. Ci dobbiamo preoccupare e molto, perché queste idee stanno prendendo corpo nei risultati elettorali, si stanno saldando a nord e a sud, condividono l’esclusione di tutele e di cittadinanze per i migranti, per le persone lgbt, per le donne. La risposta non può essere quella dell’anti razzismo o l’anti omofobia buoniste e inattive, anche perché la sinistra in Italia ha le sue pesanti responsabilità alimentate dall’incapacità di ascoltare i conflitti sempre più forti nelle periferie così come ipocrita e lassista nel difendere le differenze, i concreti diritti civili di milioni di esclusi. Difficile proporre facili soluzioni, ma continuare a osservare inerti che razzismo, antisemitismo, omofobia ritrovano un vigore che l’Europa pensava aver disinnescato dopo le tragedie della seconda guerra mondiale, significa esser complici. Le persone omosessuali italiane devono ben riflettere, perché a sostenere l’ondata del populismo reazionario, si fa presto, non rammentando che giustificare, o peggio appoggiare, queste aberrazioni, ci si rende collaborazionisti, consapevoli di scegliere quella parte che intende proporre una società dominata dai maschi, bianchi, cattolici (reazionari), eterosessuali. Niente di tragicamente nuovo. Questo significa che dobbiamo subire centinaia di degradanti e inumani campi Rom? D’impresentabili Cie? Di periferie abbandonate, fatiscenti, isolate, aggredite da ogni tipo di affare malavitoso, di un esercizio della prostituzione a ogni ora del giorno e della notte, fin sotto i balconi di casa? E’ l’esatto contrario.
Chi nega, a sinistra questi evidenti conflitti sociali, nega la possibilità di un riscatto, il dovere di un cambiamento radicale delle norme di convivenza, di una necessaria sperimentazione di nuovi strumenti per l’accoglienza e l’assunzione di fenomeni lasciati ai margini così che si sono imputriditi. Soprattutto dentro le reti impegnate sulla convivenza e i diritti non ci si può più permettere di difendere l’esistente, di respingere a parole il razzismo e l’esclusione senza ricercare un vero mutamento, anche degli interventi sociali. La rabbia e la sfiducia che montano (quelle silenziose sono ben più pericolose delle caciare messe in piedi dai gruppi reazionari) attendono risposte che vadano oltre le pur necessarie fiaccolate di solidarietà, ben oltre le lacrime ipocrite quando un Rom o un gay sono aggrediti. Sono allarmato, perché comprendo tutta la nostra insufficienza, aggravata da un quadro politico in cui agisce un governo che per contingenza storica vede alleati il Pd con la parte della destra più omofoba, impegnato nel risanamento economico e nella ripresa occupazionale e produttiva, che non ha però la forza per incidere culturalmente su quello che sta accadendo. Se non si alimenterà una nuova consapevolezza del tempo che stiamo vivendo, oltre a non avere diritti, rischiamo di subire un brusco ritorno al passato, che in forme inedite, riproporrà la nostra e per tanti altri, ritorno alla clandestinità.
(2 dicembre 2014)
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