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1° dicembre, sul modo disinvolto di diffondere i dati sui casi di Hiv + in Europa da parte dell’OMS

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HIV AIDS 07 Cellsdi Alessandro Paesano  twitter@Ale_Paesano

In attesa dei dati del 2013 dell’Istituto Superiore della Sanità sulla diffusione dell’Hiv in Italia, in occasione della giornata mondiale della lotta all’AIDS l’Organizzazione Mondiale della Sanità il cui acronimo internazionale, in inglese, è WHO (World Health Organization) ha presentato i dati di diffusione dell’hiv in Europa.

Nella home page della WHO campeggia un grafico, che afferma che in Europa nel 2013 ci sarebbe stato un incremento dell’80% nei nuovi casi di persone positive all’hiv. Se si legge l’articolo si scopre però che:Hiv In Europe WhoOms

Tra le nuove infezioni da HIV nel 2013, più di 105 000 sono state segnalate nei paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale (EECA), oltre 29 000 nell’Unione europea e dello Spazio economico europeo (EU/ESA) e circa il 2 000 in altri paesi non UE.  Rispetto al 2004, i paesi EECA hanno visto un aumento di due volte nei nuovi casi di HIV, mentre i paesi UE/ESA non hanno visto un calo diagnosi di HIV*.

Non hanno visto un calo vuol dire che NON SONO AUMENTATI. Il contrario di quanto afferma il grafico… Non è tutta l’Europa dunque ma solo quella Orientale e parte dell’Asia.

Che significa che c’è stato un aumento dei casi diagnosticati nell’Europa orientale e nell’Asia?

Significa che nei paesi dell’est sono stati registrati più casi di sieropositività che negli anni passati.

C’è da chiedersi se questo dato non contenga anche un’altra informazione che altera un po’ i numeri assoluti.

C’è da distinguere cioè tra l’aumento effettivo della diffusione del virus e l’aumento dei casi diagnosticati perché il sistema di monitoraggio è più efficace che in passato.

Nel report del 2014 di sorveglianza del WHO (World Health Organization, denominazione inglese per Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr) che indica il numero di nuovi casi di hiv + dal 2004 al 2013 per la Russia sono disponibili solamente per l’anno 2009, vedendo un incremento netto di 62581 nuove infezioni che, in una statistica spalmata su 10 anni, modifica sensibilmente i dati.

Un report trasparente dovrebbe segnalare questa criticità dei dati e non lasciarla scoprire solo a chi va a spulciarsi i singoli report … Non è l’unico dato presentato in maniera sportiva in questo articolo del WHO.

Nello stesso stesso articolo del WHO Marc Sprenger il direttore dell’ECDC afferma, che

nella UE / SEE, il sesso tra uomini è ancora la modalità predominante di trasmissione dell’HIV, che rappresenta il 42% delle infezioni da HIV di nuova diagnosi nel 2013. (…) Il numero di diagnosi di HIV in questo gruppo è aumentato del 33% rispetto al 2004 – ed è aumentato in tutti i paesi UE/SEE tranne quattro.

Questo è il motivo per cui la prevenzione e il controllo di HIV tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini deve essere una pietra miliare dei programmi nazionali di HIV in Europa.

Negli standard di rilevamento voluti dal WHO i dati sulla sieropositività non vengono collegati direttamente alle pratiche sessuali che sono a rischio (il sesso penetrativo ricettivo più di quello insertivo, quello ricettivo anale più di quello ricettivo vaginale) ma in base a categorie i key groups, gruppi chiave.

Con la scusa di non stigmatizzare categorie di persone come quelle gay o quelle bisex, la WHO ha creato una categoria ombrello chiamata MSM Men who have Sex with Men uomini che fanno sesso con uomini che comprende tutti i maschi che anche una sola volta hanno avuto un rapporto sessuale con un altro uomo**.

Siccome il sesso anale ricettivo è la pratica sessuale a più alto rischio di trasmissione hiv invece di catalogare le persone in base alla pratica fatta si individuano tutti i maschi che fanno sesso con maschi, cioè tutti quegli uomini che, al di là del loro orientamento sessuale percepito e dichiarato, fanno sesso con altri maschi.

Si presume quindi che tutti i maschi che fanno sesso coi maschi pratichino il sesso penetrativo anale, tanto in maniera ricettiva quanto insertiva, perché il sesso anale tanto insertivo quanto ricettivo è sempre più a rischio del sesso vaginale comunque sia.

Come se tutti gli uomini che fanno sesso con uomini pratichino necessariamente il sesso anale e non, per esempio, quello orale che è altrettanto pericoloso anche se in percentuale minore.

Come se l’ano lo avessero solo gli uomini e non anche le donne.

La WHO pensa ai maschi che fanno sesso con maschi come a persone single e promiscue tanto che nella factsheet (il foglio dei fatti) usa questo linguaggio:

Gli studi hanno dimostrato l’efficacia della PrEP nel ridurre la trasmissione dell’HIV tra le coppie eterosessuali sierodiscordanti (in cui un partner è infetto e l’altro no), uomini che fanno sesso con uomini, donne transgender, coppie eterosessuali ad alto rischio, e le persone che si iniettano droghe. OMS incoraggia i paesi a intraprendere progetti di acquisire esperienza nella realizzazione PrEP modo sicuro ed efficace***.

La PrEp è la profilassi pre esposizione, che viene prescritta a tutte le persone sieronegative in coppie discordanti (cioè con un o una partner hiv +).

Un bombardamento massiccio di farmaci antiretrovirali che la WHO vorrebbe consigliare a tutti i maschi che fanno sesso coi maschi con la scusa che loro sono il key group più a rischio senza riguardo per i pesanti effetti collaterali, nascondendo il grosso guadagno per le case farmaceutiche se questa profilassi dovesse diventare norma (soprattutto nei paesi come gli stati uniti dove la sanità è privata…).

Nella factsheet solo le persone etero hanno dignità ad essere nominate come coppie, tutte le altre categorie sono indicate come singole persone forse insinuando che non formano coppia perché con naturalmente promiscue…

Questo modo di comunicare i dati tradisce la concezione ideologica che c’è dietro la costruzione di queste categorie statistiche che vanno ben al di là de numeri e individuano comportamenti sociali visti e interpretati da un punto di vista eterocentrista (le uniche coppie sono quelle etero) mentre le altre categorie di persone sono single che insidiano i maschi e le femmine delle coppie etero.

Se invece di individuare comportamenti sociali si elencassero le pratiche sessuali usate la geografia della diffusione del virus cambierebbe sensibilmente e invece di annoverare come primo gruppo quello dei maschi che fanno sesso coi maschi annovererebbe le persone che fanno uso di sesso anale ricettivo e o insertivo.

L’hiv come peste dei gay è sempre in agguato…

 

 

 

 

 

 

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Note

 

* Invece di rimarcare che i casi di infezione in europa occidentale non sono aumentati ci si lamenta che non sono diminuiti perché la WHO per l’Europa occidentale si è posta l’obbiettivo di diminuire i casi di hiv entro il 2015.

** (cfr. il mio L’AIDS non è la “peste gay”. E’ quindi è ancora più pericolosa per tutti pubblicato sul sito di Anddos)

*** Studies have demonstrated the effectiveness of PrEP in reducing HIV transmission among serodiscordant heterosexual couples (where one partner is infected and the other is not), men who have sex with men, transgender women, high-risk heterosexual couples, and people who inject drugs. WHO encourages countries to undertake projects to gain experience in implementing PrEP safely and effectively.

*** Of the new HIV infections in the Region in 2013, more than 105 000 were reported in the countries of Eastern Europe and Central Asia (EECA), over 29 000 in the European Union and the European Economic Area (EU/EEA) and some 2 000 in other non-EU countries. Compared to 2004, the EECA countries have seen a two-fold surge in new HIV cases, while the EU/EEA countries have not seen a decline in HIV diagnoses.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
(28 novembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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