di Giovanna Di Rosa
Putin si lancia alla conquista dell’Occidente con l’informazione di regime in onore al nazionalismo neoespansionista e liberticida che ben conosciamo: un esercito di fedelissimi – i numeri:130 città in 34 Paesi, 800 ore quotidiane di trasmission in quattro lingue (russo, inglese, spagnolo, arabo) e dal 1 dicembre 2015 anche in cinese. Redazioni composte da 30 a 70 redattori. Che Putin c’ha i sorrrdi – servi della gleba putiniana disposti a tutto pur di servire l’assai poco democratico Capo del Cremlino che con l’economia distrutta, il rublo in caduta libera, le esportazioni di petrolio che cadono, problemucci col gas, una insensata guerra in Ucraina, l’appoggio alla Siria dell’Isis e all’Iran che a parole combatte l’Isis e nei fatti finanzia l’Isis, trova comunque le risorse per un’impresa propagandistica imponente, tesa ad affermare il suo pensiero conservatore, liberticida e neocomunista-ortodosso.
Se qualcuno pensa di trovare nelle news di Sputniknews.com la spiegazione all’assassinio di Anna Politkovskaja, sappia che si sta sbagliando. Il network informativo di Putin fa capo direttamente al nuovo KGB messo in piedi da colui che ne è stato il capo supremo e onnipotente, composto da rappresentanti dei servizi segreti, delle Forze Armate e del Ministero degli Interni e degli Esteri (sono detti siloviki, funzionari fedelissimi. I peggiori), e quello che cerca è di affermare la sua idea di destabilizzazione dell’Occidente in nome della restaurazione made in Russia, spacciandola per politica informativa tesa al rispetto della Russia e dei suoi abitanti ciechi e sordi.
E’ interessante, su questo argomento, l’articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano che vi invitiamo a leggere.
(15 novembre 2014)
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