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Milano, la diocesi ama le liste di proscrizione lgbt come certi regimi che (forse) rimpiange

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Pretidi Daniele Santi

La notizia è incredibile per tutte le persone di buon senso, ma nemmeno tanto a pensarci bene. Un pretonzolo cui hanno dato una certa percentuale di potere, ha pensato bene di metterlo al servizio della sua propria intolleranza, o della sua propria nostalgia di liste e proscrizioni che ricordano regimi che vorremmo dimenticarci, ha inviato una richiesta scritta ai 6.102 insegnanti di religione della Diocesi ambrosiana affinché segnalassero colleghi e progetti che nelle loro scuole trattassero con gli alunni temi legati all’omosessualità e all’identità di genere.

La lettera era naturalmente riservata, ma è stata messa online sul portale a cui accedono solo i prof di religione con una password ed è stata ritirata (oscurata, sparita, puff! simsalabin! spirito santo?) non appena il pretonzolo ha saputo che stava per diventare pubblica. Troppo tardi. L’indagine informale, così l’ha chiamata il pretonzolo (indagine? informale? ma chi cazzo sei?) era già stata girata a quei comunisti di Repubblica che la pubblica così come noi la riprendiamo.

“Cari colleghi come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale». Una lettera che pare dunque pensata per mettere in piedi un sistema di contromisure che “proteggano” gli ignari studenti dalla “campagna” di indottrinamento e dal confronto con i temi “sensibili” per la chiesa cattolica. «Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” – scrive la Curia – vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte” (…) “Per questo chiederemmo a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento di riportarne il nome nella seguente tabella, se possibile entro la fine della settimana”. 

Lui è il responsabile di settore della Diocesi ambrosiana, don Gian Battista Rota, che innocentemente – sono sempre innocenti e agiscono per il bene altrui, lo facevano anche quando ti bruciavano in piazza – ha scatenato un putiferio di cui è responsabile la cattiveria della gente e, naturalmente, l’omosessualità altrui. Le liste erano appannaggio di fascismi e nazismi, lo ricordiamo innocentemente, e speriamo che non sia per nostalgia che don Gian Battista Rota ha messo in moto l’immondo meccanismo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(13 novembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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