di Daniele Santi
La notizia è incredibile per tutte le persone di buon senso, ma nemmeno tanto a pensarci bene. Un pretonzolo cui hanno dato una certa percentuale di potere, ha pensato bene di metterlo al servizio della sua propria intolleranza, o della sua propria nostalgia di liste e proscrizioni che ricordano regimi che vorremmo dimenticarci, ha inviato una richiesta scritta ai 6.102 insegnanti di religione della Diocesi ambrosiana affinché segnalassero colleghi e progetti che nelle loro scuole trattassero con gli alunni temi legati all’omosessualità e all’identità di genere.
La lettera era naturalmente riservata, ma è stata messa online sul portale a cui accedono solo i prof di religione con una password ed è stata ritirata (oscurata, sparita, puff! simsalabin! spirito santo?) non appena il pretonzolo ha saputo che stava per diventare pubblica. Troppo tardi. L’indagine informale, così l’ha chiamata il pretonzolo (indagine? informale? ma chi cazzo sei?) era già stata girata a quei comunisti di Repubblica che la pubblica così come noi la riprendiamo.
Lui è il responsabile di settore della Diocesi ambrosiana, don Gian Battista Rota, che innocentemente – sono sempre innocenti e agiscono per il bene altrui, lo facevano anche quando ti bruciavano in piazza – ha scatenato un putiferio di cui è responsabile la cattiveria della gente e, naturalmente, l’omosessualità altrui. Le liste erano appannaggio di fascismi e nazismi, lo ricordiamo innocentemente, e speriamo che non sia per nostalgia che don Gian Battista Rota ha messo in moto l’immondo meccanismo.
(13 novembre 2014)
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