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Quando cadde il Muro di Berlino stavo leggendo Tondelli…

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Muro di Berlino - 01 Picconatedi Il Capo

Ero seduto di fronte al televisore acceso, a volume zero, come facevo quando ero più giovane, in visita parenti a casa della mia famiglia, e stavo rileggendo qualcosa di Tondelli. Improvvisamente dall’altra stanza mia sorella, credo che fosse proprio mia sorella, gridò qualcosa ed io la raggiunsi nell’altra stanza con il libro in mano. Quello che vidi fu bellissimo: immagini di persone che abbracciavano altre persone divise per troppo tempo da un muro eretto per dividerle, loro che erano sempre state unite. Poi apparvero altre immagini: il Muro che veniva fatto a pezzi, c’era chi se ne portava via un pezzetto a ricordo della riconquistata libertà – o della prossima futura dittatura? Who knows? – centinaia di migliaia di persone alla Porta di Brandeburgo, i picconi che distruggono il muro ed i Vopos – quella era la notizia – che NON sparavano.

Poi le immagini di Honecker, era il capo della DDR ai tempi, va ricordato ché Facebook fin là non c’arriva, del grande Gorbaciov (che di lì a poco verrà fatto fuori politicamente e quasi fisicamente da un uomo con serissimi problemi con l’alcool acclamato come un eroe, fatto che la dice lunga sulla lungimiranza dei Russi), le cui grandiose gesta sono state dimenticate troppo in fretta da un mondo cialtrone che non conosce la gratitudine, e gli inevitabili proclami in diretta worldwide dei capi dell’Occidente che dichiaravano la vittoria del modello capitalista e della vera libertà, che detto tra ancora non sanno dove sta di casa.

Poi le cose sono andate come sappiamo: per un evento straordinario che accade ci sono tanti piccole idiozie che una dietro l’altra fanno del mondo quel cesso che è nonostante gli uomini di buona volontà esistano e lavorino, ma siano ancora troppo stupidi per riuscire ad evitare di farsi governare da psicopatici (tra di loro anche io mi annovero), ma di quel 1989 oltre a Camere Separate di Tondelli ricorderò la felicità che faceva sembrare il grande leader tedesco Helmut Kohl ancora più grande e grosso, gli occhi lucidi di questo omone – padre politico di Angela Merkel (nemmeno lì Facebook arriva, sono desolato) che era riuscito nel suo sogno di ricostruire la Grande Germania. Pacifica, ma belligerante su altri piani.

Poi il mondo si è evoluto. O involuto, come volete voi. Gli esseri umani sono quello che sono. Restaurano per andare avanti. Gorbaciov è vecchio ed ammalato. Ieltsin già morto ed i Russi hanno scelto Putin, un diavolo in combutta con altri diavoli per destabilizzare il mondo. Lo stesso mondo che grandi leader dagli straordinari ideali non ne ha visti. Muri ne sono stati eretti ancora: a partire da quello in Israele per tenere lontani gli odiati Palestinesi.

Come quello di Berlino, anche gli altri muri a poco servono. Se non a farci gioire quando cadono. Perché noi umani siam fatti così, ci commuoviamo e speriamo per un attimo che tutto possa cambiare. Poi perdiamo l’entusiasmo e torniamo ad essere quello che siamo sempre stati. Esseri schiavi dei nostri istinti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(9 novembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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