di Daniele Santi
La decisione scellerata di un uomo solo al potere da cinque lustri e più di cambiare la Costituzione per rimanere ancorato alla poltrona presidenziale, è alla base dell’ira funesta che si è scatenata in Burkina Faso, nella capitale Ouagadougou, dove la folla inferocita è entrata nel Parlamento, ha appicato il fuoco, provocando morti, feriti, e costringendo [sic] il presidente Campaoré a dichiarare lo stato di emergenza.
Alle 20.10 di giovedì sera l’agenzia France Press annunciava con un Tweet dal suo account ufficiale che il parlamento ed il governo del Paese erano stati sciolti, secondo l’agenzia Reuters si starebbe preparando un governo di transizione che dovrà rimanere in carica un anno.
Il presidente Compaoré ha definito “eroico” l’esercito che ha sparato sulla folla inerme ed ha detto, da bravo dittatore, che non si dimetterà.
Ci si chiede come disordini provocate dalle decisione di un uomo solo sulla pelle dei suoi cittadini, ad esclusivo beneficio della sua permanenza al potere, possa restare impunita.
(31 agosto 2014)
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