di Ahmed Naouali
I laici di Nida Tounes hanno vinto le elezioni legislative, importantissime, in Tunisia sconfiggendo i falsi islamisti moderati di Ennahdha, al potere subito dopo la rivoluzione tunisina che ha dato la stura all’abortita Primavera Araba, e che avevano portato il paese verso una forzata restaurazione a sfondo religioso. Un segnale importante, anche se non c’èe da gridare vittoria troppo presto, sulla strada della definitiva democratizzazione del paese nordafricano.
Il partito di Béji Caïd Essebsi (BCE) ha conquistato 85 dei 217 seggi dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo, contro i 69 degli islamisti di Ennahdha, ma per governare sarà necessario un patto di coalizione.
Il partito Union Patriotique Libre (UPL), partito fondato dal ricchissimo uomo d’affari tunisino, presidente della squadra più amata del paese, il Club Africain, Slim Riahi, ha conquistato 16 seggi contro i 15 seggi del fronte Popolare, coalizione di sinistra ed estrema sinistra.
Il 23 novembre la Tunisia tornerà alle urne per eleggere il suo presidente, carica vacante dal 2011, da quando cioè il dittatore Ben Alì è scomparso dalle scena politica nazionale ed ha fatto perdere le sue tracce.
(30 ottobre 2014)
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