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Renzi prende a sberle il PD

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Matteo Renzi Leopolda 2014di Giancarlo Grassi

Non si può dire che non le canti chiare quando è il momento, potrà piacere o no, essere simpatico o no, ma quando le dice non le manda a dire. Alla Leopolda Matteo Renzi ha definitivamente affondato la lama e fatto a pezzi la minoranza Pd che sostiene la CGIL per calcolo politico – perdente – e a chi pensa che ormai, come Fassina, non resti che una scissione a sinistra [sic].

Renzi dice chiarissimo come la pensa sul Pd: “Non consentiremo che il Pd sia trasformato nel partito dei reduci. Noi saremo il partito dei pionieri, non quelli del museo delle cere, ma del futuro e del domani”, le canta chiare a Donna Bindi, come fa da anni ormai con questo catafalco simbolo dei perdenti che si ostina a considerare se stessa come la principessa della politica nostrana.

Definisce la sinistra del partito una “convention di pensionati”, ricordando una battuta di Teo Teocoli, convention che “quando si apre un cantiere si raduna ai lati e scuote la testa” e fa loro il verso, pungente, “Perché dovrebbero riuscire loro dove noi abbiamo fallito?”. Poi rivela di avere ricordato alla Merkel: “Ho preso più voti di te” e di avere aggiunto, “Chiedo rispetto. Con oltre undici milioni di voti è come se fossi il nono paese dell’Unione”. Di certo gliel’ha detto a Frau Merkel. Lasciandola di sasso.

Come lascia di sasso la scomparsa sinistra Pd che osanna se stessa dallo scranno dei perdenti. Perché Renzi sa che i voti al Pd li ha portati lui. Lui ha portato il partito dal 25% al 41% (la battuta se non ci fosse stato quel 25% non ci sarebbe stato il 41% che ne è seguito, non è proprio geniale, mettiamola così), e sull’Articolo 18 ricorda “Non c’è più il posto fisso ma non perché l’abbiamo scelto noi ma perché è cambiato il mondo” e va avanti aggiungendo che “nel 1970 la sinistra non lo votò”.

E’ un trionfo per il segretario/premier la Leopolda 2014, tra gli applausi dei suoi sostenitori e i mal di pancia di Fassina che da qualche parte minaccia scissioni come se davvero fossero la cosa più importante di questo momento politico. Renzi è in marcia ed è per il momento inarrestabile. E la politica, lo sanno bene i politici, ha tempi molto più lunghi del muso di Rosy Bindi schiffeggiata moralmente dal premier senza pietà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27 ottobre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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