di Giovanna Di Rosa
Non siamo proprio al conquellaboccapuòdireciòchevuole, perché Renata Polverini avrebbe più di un buon motivo per rendersi politicamente invisibile, ma in questo paese siamo fatti di gomma e tutto si di noi rimbalza, come l’acqua piovana sull’asfalto (e andrei oltre se parlare di inondazioni e di disastri conseguenti non fosse di questi tempi solo una triste metafora).
L’occasione, per l’ex disastro al governo della Regione Lazio, è straparlare di Unioni Civili alla tedesca e commentarle come nessuno si sognerebbe di commentarle: “Io penso che il modello tedesco abbia delle punte forse troppo espansive [sic], diciamo così, rispetto a quel che penso io e tanti nostri elettori. Vengono riconosciuti anche alle coppie omosessuali gli stessi diritti, compresi la pensione di reversibilità e l’affido del figlio di uno dei due. Ecco, per me è un passaggio un po’ estremo. Per fortuna il nostro presidente dice che è un punto di partenza. Spero, come altri miei colleghi, che si possa votare in libertà di coscienza”. Si dimentica, Donna Polverini, che stare in Forza Italia, da sempre, vuol dire votare come dice Berlusconi e non secondo libertà di coscienza.
Non è un punto di vista di un’omofobia e di un razzismo spaventevoli?
Non chiedetelo a lei, vi risponderà che è soltanto il ragionevole punto di vista di un esponente di Forza Italia che lei, sempre lei, riesce a definire Partito Liberale, dimostrando non solo di non sapere nulla di politica, ma di non conoscere nemmeno la storia d’Italia.
(27 ottobre 2014)
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