di La Karl du Pigné twitter@lakarldupigne
Qualche giorno fa un maestro di danza, omosessuale, ha inviato una lettera al preside dell’ Istituto umbro dove da ben cinque anni insegna a ragazzi iscritti ai progetti formativi. In quella lettera egli rinuncia al proprio incarico in quanto gli viene contestato, da alcuni genitori, di non essere adatto all’ insegnamento perché non ha i requisiti necessari… Esordisco con un bel “Si, lallero!”. Resto tuttavia inorridita di fronte all’ ennesimo caso di nemmeno tanto strisciante omofobia (anche se i genitori in questione hanno paludato tutta la faccenda facendo leva su supposti requisiti mancanti), quindi cerco di capire un paio di cose.
Cari genitori che scrivete lettere a cazzo, in questa scuola ci siete entrati l’altro ieri? No, perché il maestro di danza, omosessuale (lo scriverò ogni volta che parlo di lui) in quella scuola c è e ci collabora da ben cinque anni. E’ successo qualcosa che vi fa temere per la virtù dei vostri figli, non sia mai che in tutina e conchiglia essi possano essere ghermiti da questo tamerlano dell’arabesque e condotti nel nero e morboso mondo degli omosessuali? Cari genitori che appunto scrivete lettere a cazzo, cosa succederebbe se una sera, a casa, tutti davanti alla tv, comparisse all’improvviso Roberto Bolle? Correreste ai ripari bendando gli occhi e tappando le orecchie dei vostri figli (si, anche le orecchie, perché Bolle al sentirlo parlare potrebbe apparire come uno che “non ha i requisiti necessari”, come avete detto voi).
Non basta che gay e lesbiche siano già ampiamente discriminati per le loro scelte di affettività e di relazione, ora il pregiudizio entra anche negli ambiti professionali. Perciò un insegnante di danza gay non fa bene il suo lavoro (e poi, scusate, ma dove vivete, in quel settore c è una concentrazione così alta di omosessuali che batte anche quella del licopene nei pomodori secchi). Una delle mamme si dice abbia platealmente affermato che il problema appunto non era quello che non avesse i requisiti necessari all’ insegnamento ma piuttosto che non nascondeva affatto di essere omossessuale e che il suo “stile di vita” era chiaro a tutti. Ecco, proprio di stile si tratta.
Se tutto questo corrisponde al vero, la povera signora umbra sarà una sciattona senza rivali, niente parrucchiere, niente agente di viaggi per una crociera o un volo low cost, niente vestiti e niente trucchi, scarpe poi manco a dirlo, mai un Mc Donald con la famiglia e non parliamo poi di librerie, palestre e negozi di articoli sportivi. E proprio lì che si annidano molti di coloro che sono “mancanti di requisiti”. L’ altro giorno, a Roma, ho fatto un giro da Zara: dopo questa notizia ho capito il valore sociale di quell’emporio di abiti cheap (in tutti i sensi) più o meno alla moda, ma non riuscivo a capire se fossi in una filiale del gay pride o in un grande magazzino che impiegava lavoratori socialmente utili, mandati via dai precedenti lavori. Ho pensato alla povera signora umbra senza una messa in piega, senza la possibilità di fare un viaggio, con abiti non alla moda, insomma una vera poraccia. Ma d’altronde è lo scotto che si paga ad essere coerenti: al grido “sei gay, non ti vogliamo!” questo gruppo di genitori a cazzo ha prodotto quello che voleva e cioè che il maestro di danza, omosessuale, si ritirasse dal progetto formativo. Lo ha fatto con dolore ma con grande orgoglio, i genitori hanno fatto una figura meschina e a me piacerebbe molto sapere che cosa avranno pensato i figli e le figlie di questi fulgidi esempi di come si può essere paladini di una battaglia del cazzo. Per fortuna il preside dell’ Istituto ha preso le distanze da questi genitori trogloditi e omofobi e ha chiaramente avvisato che quel corso o si fa con quel maestro, omosessuale, o non si fa… Oddio, non sarà che pure lui è “mancante di requisiti”, o invece è solo e per fortuna una persona di grande buon senso?
Nel frattempo ci potremmo aspettare che questo merdaio umbro si scatenino altre nuove crociate di perbenisti e benpensanti. Abbiamo già le sentinelle in piedi, potremmo ritrovarci fra qualche tempo altri gruppi di pressione che scrivono lettere ai presidi, altri che mandano fax e email ai giornali che parlano troppo di gay e lesbiche, l’ intellighenzia dei conservatori che boicotta gli stilisti (che pure lì, levate quanta gente senza requisiti) perché questi incompetenti mettono le gonne pure ai maschi. Sotto il mirino dei requisiti mancanti potrebbero cadere infermiere e infermieri (che fai, mi tocchi mio figlio?) degli psicologi (che fai, me lo plagi?) delle badanti (nonno è sempre stato etero!) e molte altre “categorie a rischio”. Orrore. Ma forse qui chiuderanno un occhio e forse anche due: fa sempre comodo avere qualcuno che pensi alla malattia, alla testa e ai vecchi al posto tuo, roba assai impegnativa per potersi permettere posizioni troppo certosine. Ma almeno nella danza fateci sfogare! Chissà se continueranno a mandarli alla Santa Messa, la domenica mattina, i propri pargoli.
Nel frattempo io, assolutamente mancante di requisiti, mi preparo, vedi che qualche lettera arriva pure per me. Ce n’est q’un début, continuons le combat!
(27 ottobre 2014)
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