di Il Capo
Non stiamo negando il diritto di sciopero, ci mancherebbe altro. Scioperare è un diritto sacrosanto e siamo felici che in questo paese si possa ancora esercitare uno sacrosanto diritto che difenderemo. Sempre.
Sono le ragioni dello sciopero che ci lasciano perplessi. E quindi, mossi anche dall’essere un quotidiano d’informazione, preferiamo non aderire ed essere il 24 ottobre, puntuali con l’informazione. Perché siamo perplessi? Per molte ragioni. Per il linguaggio stantìo e vecchio, per le argomentazioni antiche della CGIL, per una Camusso immobile che digrigna i denti ed abbaia, ed è tutto ciò che sa fare.
Per la paralisi di un paese che ha bisogno di muoversi ed al quale si risponde con le misure ancora fumose del governo (però dobbiamo anche renderci conto dello stato delle cose) e le “solite note” del sindacato. Non ci riconosciamo nel linguaggio della CGIL né nelle posizioni che il sindacato manifesta in ogni incontro pubblico, televisivo o via media cartacei che siano, nel suo approccio oltranzista che dice no, senza costruire nulla.
Nemmeno ci riconosciamo nella lettura iperottimistica che certi membri dell’attuale governo ci regalano della situazione attuale, sono quelli che erano antirenzisti, ora – come sempre accade – più renzisti del Renzi, ma nemmeno nella lotta contro l’Uomo al Governo invece che alle idee del governo. La stessa strategia che fu adottata con Berlusconi e che abbiamo visto quali disastri ha provocato.
Non aderiamo allo sciopero del 24 ottobre. Ma non vuole dire che non vi informeremo. Né che siamo contro chi sciopera e manifesta.
Buona manifestazione a chi ci sarà.
(23 ottobre 2014)
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