di Chiara Raso
Martedì 14 ottobre nella sala Santa Maria in Aquiro del Senato si è tenuta una tavola rotonda voluta dal gruppo Pd del senato della repubblica italiana, presieduta dalla Sen. Emma Fattorini; a intervenire il Senatore Giampiero Della Zuanna, Don Filippo Di Giacomo (professore di Demografia-università di Padova), Stella Morra (Pontificia Università Gregoriana), Aurelio Mancuso (presidente Equality Italia).
Davanti ad una modesta platea si è piacevolmente svolto un dibattito sul Sinodo che si svolge per volere di Papa Bergoglio e che a prescindere da quel che ne verrà fuori appare lampante stia cambiando, se già non è cambiato, tanto all’interno di questa sacra Istituzione. Si respira aria nuova, è lecito dire e pensare. Si iniziano ad usare parole nuove e si può pensare che un riavvicinamento di fedeli allontanati dalla stessa Chiesa, per svariati motivi, sia possibile.
Dalla proposta del “Comitato organizzatore del 3° Forum Italiano LGBT emerge chiaramente” che “la questione omosessuale è un’emergenza educativa dimenticata che la chiesa non ha sempre affrontato nel passato con il dovuto ascolto e il dovuto discernimento” ed ancora “la Chiesa non è stata immune ai condizionamenti sociali e culturali che nel corso dei secoli hanno prodotto lo stigma sociale nei confronti di minoranze come quella omosessuale”.
“Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana: siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità? Spesso esse desiderano incontrare una Chiesa che sia casa accogliente per loro” e “senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners. Inoltre, la Chiesa ha attenzione speciale verso i bambini che vivono con coppie dello stesso sesso, ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli”, queste le parole del cardinale Péter Erdő durante la sua Relatio post Disceptationem in occasione del Sinodo dei Vescovi.
Argomenti vecchi trattati con parole nuove, con animi nuovi. Con intenzioni nuove.
“Io, cattolico omosessuale, ho letto con grande sofferenza i documenti della Chiesa degli ultimi trent’anni. Oggi per la prima volta non mi sento insultato nè come credente nè come omosessuale” ha detto Aurelio Mancuso durante la tavola rotonda. Che stiano cogliendo nel segno? Che si stia tornando all’originale messaggio capendo d’essersi sbagliati, e non di poco, come messaggeri?
Dal greco synodos, composto dalla particella syn (che significa: insieme) e dal sostantivo odòs (che significa: cammino). Camminare insieme, finalmente, con le minoranze e speriamo non con la classe politica italiana, dal momento in cui è opinione comune quanto possa risultare ripugnante un’Italia che non sa accettare e catalogare ogni tipo di coppia come famiglia, proprio quando lo fa un’istituzione forte,chiusa,antica e conservatrice come la chiesa.
(16 ottobre 2014)
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