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HomeNotizieCultura & IntrattenimentoL'Occhio di Alessandro Paesano: Bo Summer, la Cultura come dovere umano

L’Occhio di Alessandro Paesano: Bo Summer, la Cultura come dovere umano

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Fabio Galli 00di Alessandro Paesano  twitter@Ale_Paesano

Quando il pubblico entra in sala Bo Summers al secolo Fabio Galli è seduto al tavolo, davanti al pc, mentre due casse mandano musica disco e lui guarda chi entra con un sorriso serafico e sicuro.

E’ lì, spiega, perché GaiaitaliaTeatroFest gli ha chiesto una conferenza sulla cultura come diritto umano.
E lui, abile performer, retoricamente dubitando della legittimità della sua presenza quando c’è in ballo la cultura, allestisce per le persone fortunate che ne hanno avuto modo di fruire un evento concertato, un testo che prevede il suo proprio paratesto, una conferenza che è anche un pezzo di teatro, dove il teatro è lui, anzi loro.

Fabio Galli l’uomo di pensiero, il poeta, il traduttore, estromesso e ostracizzato dal mondo della cultura perché – e questo lo diciamo noi – non c’è nessuno che discriminato come lo sono le persone gay non sappia discriminare a sua volta, appena ha un po’ di potere, per meschineria, per invidia, per inettitudine.

Bo Summer il pornodivo anni 80 che diventa l’alter ego e la firma con cui Fabio Galli collabora per Gaiaitalia.com.

La conferenza è una continua agnizione di Fabio e di Bo, dove la finzione letteraria, quella dei brani citati da suoi scritti riproposti in forma di patchwork, si presenta come una reazione a catena di piccole epifanie che rimandano ora a uno ora all’altro, oltre alle interposte persone che prendono spazio nel suo immaginario creativo, sulla pagina scritta come su quella digitale.

Il senso della Cultura come diritto umano l’argomento della conferenza che è stato chiamato a tenere, scaturisce dall’incontro tra Galli e il suo pubblico, dall’effetto del discorso allestito, del ragionamento fatto.

E’, oseremmo dire, la dimostrazione lampante, ma fatta in punta di piedi, che la cultura oltre ad essere un diritto è anche un dovere.

Il dovere di una testimonianza.

Il discrimine tra cosa ci rende ancora umani e cosa no sta tutto nella capacità che abbiamo di coltivare (è da lì che deriva la parola cultura) un pensiero critico sul mondo.

Non poteva che essere un poeta a ricordarcelo.

Tra una pausa musicale e l’altra, quando l’argomento si fa troppo intenso, che si tratti di amore, di morte o di malattia, che si tratti del racconto di un massacro per bullismo omofobico, o dell’omertoso silenzio che gli vede pian pian precluse e chiuse le occasioni letterarie delle quali era un animatore, Bo Summer si rivolge al pubblico e con l’andamento a logico e a sintattico della poesia, istilla in lui curiosità, emozione, amore e rabbia. Curiosità per una vicenda letteraria che bisognerà prima o poi raccontare nei dettagli, emozione quando riporta i passaggi di un pensare complesso e mai banale ma non per questo poco fruibile restituendo senza schermi, che non sia quello del computer dal quale dice di leggere mentre va spesso a braccio, il suo sguardo incurante e mai cinico, erratico e mai superficiale.

Quando riporta con ironia le chattate delle chat porno (chi di voi le frequenta ?, chiede al pubblico e qualche mano si alza, ma meno di quelle che dovrebbero), quando ragiona sulla scrittura, distinguendo con sottile ironia tra scrittore e scrivente (volevo parlarvi dello scrittore che diventa persona invece forse vi ho parlato di uno scrivente che diventa scrittore), quando parla senza pietismi alla sieropositività da hiv (guaina o non guaina ecco il dilemma) augurandosi che la gioventù non debba mai più soffrirne gli orrori e i dolori, quando ragiona con semplicità sui sottili e complessi legami tra scrittura e realtà, tra verità della poesia e verità del mondo, Fabio Galli ha l’autorevolezza del poeta che tutto sa e che lo stesso tace.

Beh, non proprio sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(9 ottobre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©alessandro paesano 2014
©gaiaitalia.com 2014
diritti riservati
riproduzione vietata

 

 

 

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