di Gaiaitalia.com
Il lago Aral, dopo diverse fasi alterne di ritiro e di espansione, non esiste più. O quasi. Era il quarto lago più grande al mondo e non era così asciutto da 600 anni, a causa, secondo la NASA, dei bassi livelli nevosi nelle montagne che riforniscono il lago.
Fu negli anni ’60, che uno dei tanti geniali [sic] piani agricoli sovietici deviò il corso d due dei più grandi fiumi, l’Amu Darya e Syr Darya, per favorire l’irrigazione alle coltivazioni di cotone. Le cose da allora continuano a peggiorare.
Gli abitanti della regione circostante il lago sono 60 milioni e gli affluenti del lago sono drasticamente ridotti. Si dice che il fenomeno sia collegato ai cambiamenti climatici e non all’idiozia umana.
Ora il Kazakistan ha costruito, con l’aiuto della Banca Mondiale, una diga per cercare di salvare, almeno in parte, il lago. Le piantagioni di riso e cotone, così come le ricerche di riserve di gas e petrolio proseguono nell’Aral, gli inverni sono più freddi e le estati più calde per mancanza dell’effetto stabilizzante del lago e le aree abitate sono contaminate dalle polveri mischiate ai prodotti chimici accumulati dal lago.
L’ennesimo disastro.
(30 settembre 2014)
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