di Giovanna Di Rosa
L’ex generale Otto Pérez “Manodura” Molina, uomo di acciaio che ha sulla coscienza l’essere stato in prima fila durante la guerra civili in Guatemala che tra il 1960 ed il 1996 ha provocato lo sterminio di 200.000 persone e l’esilio di altri mezzo milioni di poveracci, sta usando nuovamente il pugno di ferro con gli indigeni che difendono i loro territori.
Il presidente Molina ed il suo governo, hanno lasciato mano libera alle multinazionali, adottando la tecnica della repressione feroce delle comunità indigene completamente prive di ogni tipo di tutela, lavoriva o mabientale che sia. Molina poi, non contento, e sulla linea della ferocia del governo conservatore della madre patria (parliamo degli attacchi ai manifestanti ordinati in Spagna da Mariano Rajoy), ha sospeso cinque articoli della Costituzione per quindici giorni: articoli che si riferiscono – riporta Il Manifesto – al diritto a riunirsi e a manifestare ed a quello di organizzare festeggiamenti, pena l’impiego dell’uso della forza.
I divieti in risposta alle manifestazioni degli indigeni dopo l’assassinio di undici dei loro leaders.
La mattanza continua.
(29 settembre 2014)
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