di Giancarlo Grassi
Il Cittadino Di Battista, uno dei tanti geni eletti in parlamento con il M5S, ha gettato ieri la provocazione settimanale “giustificando” in qualche modo l’operato dell’ISIS in Iraq, all’interno di uno sproloquio redatto per e pubblicato dal blog di Grillo, dove ce n’è per tutti i gusti.
Di Battista afferma, tra un paio di cose intelligenti, che prima di tutto “bisogna smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione “, magari è meglio andarci a cena e chiacchierare con lui amabilmente, se non fosse che le discussioni ci sono, perché la trattativa anche con i terroristi è da sempre una delle armi della diplomazia.
Poi aggiunge, il Cittadino Di Battista: “Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana”.
Poi la chiosa da vero statista dei 30mila del blog di Grillo: “Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?”.
Dice Di Battista che sta solo provando a capire e non giustifica. Crediamo che potrebbe andare più in là. Cercare di capire e stare zitto.
Da qualche parte c’è sicuramente qualcuno pronto a farsi saltare in aria in metropolitana senza bisogno delle assai poco fantasiose ipotesi di un tipo che la fortuna ed il momento storico hanno piazzato in parlamento who knows why.
A proposito di terrorismo consigliamo a Di Battista la volgare visione di un interessante film di Nabil Ayouch, “Les Chevaux de Dieu“, magari serve anche ad un grande statista che pubblica ebooks con la Casaleggio Associati.
Mentre Di Battista straparla l’ISIS ammazza yazidi, oppositori e tutto quanto sta lì attorno, rapisce donne, le violenta, le costringe a sposare i suoi uomini o le vende come schiave.
(17 agosto 2014)
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