di Giancarlo Grassi
“Alzeremo la bandiera di Allah sulla Casa Bianca”, era stato il messaggio dei jihadisti dell’Isis, il Califfato islamico di Al-Baghdadi, ed il giorno dopo ecco scoperte le fosse comuni dove si dice che i qaedisti abbiano sotterrato vivi lmeno 500 tra donne e bambini. La questione Isis si fa serissima, lo è sempre stata, tanto che anche un presidente pacifico come Obama è stato costretto ad inviare i suoi droni a bombardare le postazioni d’artiglieria dei rivoluzionari dell’islamismo radicale che seminano morte, terrore e violenza in nome del loro dio.
Addirittura il papa, a capo di una istituzione che quando c’è stato da andare a guerreggiare in nome del suo dio non c’ha pensato due volte, da sempre schierata a favore dei potenti, in nome di dio naturalmente, si è dovuto scomodare e ricordare che “non si può fare la guerra in nome di dio”.
Mentre la ministra degli Esteri Mogherini ha dichiarato in soldoni che “qualcosa andrà pur fatto” e che si dovrebbe anche farlo sul serio, i sostenitori dell’Isis negli Stati Uniti si sono fatti vivi via Twitter ed hanno comunicato come la pensano e quali sono le loro intenzioni.
Se ci fossero eventuali dubbi sul loro obiettivo finale, magari questo tweet li potrà chiarire: “Siamo nel vostro Stato, siamo nelle vostre città, siamo nelle vostre strade. Siete il nostro obiettivo ovunque”.
In qualche modo, non sappiamo come, ma in qualche modo, i guerriglieri del terrorismo globale e del ritorno all’oscurantismo vanno fermati. E vanno fermati in fretta.
(11 agosto 2014)
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