di Lorenza Morello twitter@MorelloAPM
Caro Guglielmo,
grazie delle Tue preziose riflessioni.
Sicuramente il cambio di mentalità unito ad una maggior coesione sociale e tra professionisti sono, come Tu dici, alla base di una ripresa del Paese. Questa rubrica deve essere da sprone in tal senso tanto per gli “operatori del settore” come noi, quanto per gli imprenditori e la società civile tutta.
Un caro saluto
E’ questa la prima risposta all’email di Guglielmo, articolata, che pubblichiamo di seguito:
Carissima Lorenza,
permettimi di anticipare, prima di ogni altra considerazione, un ringraziamento per l’opportunità -sperando che venga raccolta- di stimolare e dare voce a quei residuali 20.000 cavalli da tiro che hai menzionato nel tuo intervento.
Ormai da tempo, proponiamo assistenza ad imprese ed imprenditori ed entrambi sappiamo quanto sia difficile riuscire a superare la diffidenza iniziale dell’imprenditore nei confronti del consulente.
Lo stesso viene infatti visto come colui/colei il/la quale propone all’imprenditore un progetto che ha (secondo il punto di vista dell’imprenditore) il solo scopo di fargli apporre una firma in fondo al documento e da quello trarre il (proprio) massimo vantaggio. Purtroppo questa concezione, fortemente radicata nelle menti di coloro i quali dovrebbero rappresentare il “volano” per far ripartire la nostra economia, è la diretta conseguenza delle orde di coloro i quali si sono spacciati, negli anni pregressi, come consulenti di impresa avendo, purtroppo un back ground culturale che scaturiva solamente dai testi e dalle aule universitarie e dagli altisonanti “master” che, con tanto di diplomi riccamente retribuiti, venivano rilasciati dalle società che, come funghi, erano nate.
Non si potrà mai essere consulente di un imprenditore se non sei in grado di “pensare da imprenditore”, se non possiedi la capacità di vedere più in la’ dell’immediato futuro, se non sei spinto dal desiderio di “creare”, di creare posti di lavoro, creare ricchezza da distribuire, creare un qualcosa per cui valga la pena di dannarsi per trovare qualcuno cui passare il testimone.
Purtroppo i nostri governanti, proprio in quanto politici e non imprenditori, non hanno mai avuto questa sensibilità e capacità. Non sono mai stati in grado di trasmettere alla platea che li ascoltava quel “fuoco sacro” che ha pervaso chi ci ha preceduto e che nell’immediato dopoguerra è stato capace di creare il “miracolo italiano”…… mi rifiuto di pensare che quella fiamma che ha dato vita al desiderio di ricostruire il nostro Paese si sia spenta……
Le capacità, i “numeri” li abbiamo ancora tutti……diamoci da fare per dimostrare che non siamo ormai solo un terreno di conquista……sforziamoci di mettere da parte un poco della individualità che permea tutti noi e mettiamo a fattor comune l’inventiva, la fantasia, la capacità di ognuno di noi. Scendiamo in piazza e rivendichiamo a gran voce il nostro diritto a fare impresa, innovazione e crescita. Pretendiamo che i signori che siedono nei posti di governo ci ascoltino e permettano alle nostre imprese sane di svilupparsi e crescere come sono in grado di fare. Chiediamo di rompere le catene ed i lacciuoli che impediscono all’imprenditore di “fare impresa” ( non speculazione…). Perchè “fare impresa” significa creare ricchezza comune che successivamente è destinata a riverberarsi sul tessuto sociale e sulla collettività , generando ricchezza che a sua volta alimenterà la domanda.
E’ ora di avere il coraggio di cessare di essere una “forza silenziosa” e farsi sentire!
Il sistema bancario nazionale è sordo alle richieste di aiuto che arrivano dal mondo imprenditoriale ? iniziamo a guardare come siamo stati trattati tutti quanti da questo sistema…..iniziamo le azioni che abbiamo a disposizione per far valere le nostre ragioni…..dopo che 10…100…1000 PMI inizieranno azioni contro l’attuale sistema bancario e dimostreranno che non sono più solamente “vacche da mungere” ma interlocutori economici correttamente assistiti e supportati, probabilmente qualcosa cambierà……
Se non riusciremo in questo proviamo a rivolgersi alle realtà oltre confine, probabilmente qualche struttura economico-finanziaria più lungimirante capirà che nel Nostro Paese vi sono le potenzialità per sviluppare, con aspettative positive, collaborazioni oltremodo redditizie ed interessanti.
Sinchè il nostro mondo imprenditoriale continuerà a “galleggiare” silenziosamente in modo autonomo dagli altri elementi del proprio settore e non sarà in grado “imprenditorialmente” di vedere oltre i confini della propria singola attività non vi potrà essere speranza di ricreare la condizioni per una futura crescita.
Un caro saluto
Guglielmo
C’è stata anche l’email di Giulia, che riportiamo di seguito:
Cara Lorenza,
complimenti per l’iniziativa …ed il coraggio, anche per me questi ultimi anni sono stati molto difficili, soprattutto per la mancanza di riferimenti imprenditoriali che hanno coinvolto la mia attività professionale al servizio delle imprese. Se possibile mi piacerebbe incontrarti oppure partecipare a qualche evento da te promosso sul territorio torinese.
Un caro saluto.
Giulia
con la mia risposta:
Cara Giulia,
grazie per il sostegno.
Stiamo organizzando qualche cosa di interessante a Torino nell’autunno, su questo sito troverai presto delle notizie in tal senso.
Grazie intanto, a nome di noi tutti, per il lavoro che porti avanti.
Ti saluto caramente
si tratta di prime risposte ad un dibattito che ci piacerebbe ampio ed articolato così da permetterci, grazie alle segnalazioni che arriveranno in redazione, l’organizzazione di momenti ad hoc per sviscerare ed affrontare insieme le varie problematiche che attraverso la rubrica ed il vostro contributo ci troveremo ad affrontare. Per il momento grazie e buone vacanze.
(4 agosto 2014)
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