di Daniele Santi
La popolazione cristiana di Mosul, presente in territorio iracheno da circa due millenni, ha cominciato a fuggire dalla città il 19 luglio scorso, dopo l’ultimatum dell’Isis che ha loro imposto di convertirsi all’Islam, pagare la jizya, la pesante tassa che grava sugli infedeli [sic], o passare per la spada. I veri neonazisti della nostra epoca, avevano già provveduto a marchiare le case dei cristiani con la lettera “N” – ৺ in Arabo – (Nazareni).
Le famiglie di cristiani si stanno rifugiando nel nord dell’Iraq, all’interno dei territori sotto il controllo dei Curdi, nella zona del Kurdistan iracheno. Sarebbero circa 25mila coloro che sono stati costretti all’esilio a causa della follia religiosa del nuovo Medio Evo Islamista.
Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha affermato che l’edoso forzoso dei cristiani va considerato “un crimine contro l’umanità”, unendo alla sua impotenza politica la non comune capacità di non sapere stare zitto al momento giusto e di non saper dire che la presenza stessa di terroristi radicali che conquistano territori a suon di barbarie è il vero crimine contro l’umanità.
(22 luglio 2014)
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