di Rosario Coco twitter@rosario coco
Pubblichiamo l’articolo di Rosario Coco pubblicato sul sito Gaynet.it sul dibattito con le associazioni tenuto da Monica Cirinnà (PD) relatrice del disegno di legge sulle unioni civili annunciato dal Primo Ministro.
Ai margini del dibattito del 17 luglio alla Festa democratica dell’Unità di Roma, Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge del PD sulle unioni civili annunciato da Renzi, ha spiegato con chiarezza ai vari rappresentanti delle associazioni presenti di essere fermamente convinta a non muovere passi indietro rispetto all’attuale testo.Reversibilità della pensione e adozione per il figlio del partner: questi sono i capisaldi irrinunciabili sui quali Cirinnà non è disposta a negoziare, come avrebbe spiegato in una delle riunioni interne al suo partito.
La partita si gioca tutta sull‘articolo 3 del testo, che estende alle unioni tutti i diritti delle coppie sposate (quindi implicitamente anche la reversibilità della pensione) tranne le adozioni di cui ‘all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184. Tale normativa, tuttavia, riguarda solo le adozioni generiche, cioè di minori non imparentati con nessuno dei due coniugi.
Le adozioni del figlio di uno dei due partner, la stepchild adoption, (prevista a parte dalla normativa sulle adozioni) non è quindi proibita e rientra nel dispositivo complessivo dell’articolo 3 del disegno di legge, che applica infatti all’unione “tutte le disposizioni previste per il matrimonio”
Insomma, nonostante la legge non soddisfi la richiesta di parità del movimento LGBTQI, se non altro per il fatto che viene creato un istituto ad hoc per le coppie dello stesso sesso e non si parla di matrimonio e adozioni in senso lato, è chiaro che bisogna in questo momento sfidare il PD e Renzi a portare avanti questo testo così com’è, facendolo sopravvivere allo tsunami di emendamenti che arriveranno in commissione e in aula. Riusciranno davvero a superare le resistenze interne e dei loro alleati di Governo?
Se i punti fondamentali di cui sopra non verranno meno, anche il M5S ha dichiarato voto favorevole, nonostante i pentastellati avanzino a buon dirittio numerose perplessità sul futuro iter del ddl, vista la disastrosa esperienza avuta con la legge Scalfarotto contro l’omotransfobia, entrata in commissione nella forma di un testo condivido tra PD, M5S e SEL e uscita nella veste di un accordicchio da larghe intese con Scelta Civica che rischia tutt’oggi di legittimare l’omofobia.
Cirinnà sembra determinata per quello che sarebbe solo un primo importante passo verso la parità dei diritti. Staremo a vedere.
(18 luglio 2014)
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La partita si gioca tutta sull‘articolo 3 del testo, che estende alle unioni tutti i diritti delle coppie sposate (quindi implicitamente anche la reversibilità della pensione) tranne le adozioni di cui ‘all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184. Tale normativa, tuttavia, riguarda solo le adozioni generiche, cioè di minori non imparentati con nessuno dei due coniugi.
Le adozioni del figlio di uno dei due partner, la stepchild adoption, (prevista a parte dalla normativa sulle adozioni) non è quindi proibita e rientra nel dispositivo complessivo dell’articolo 3 del disegno di legge, che applica infatti all’unione “tutte le disposizioni previste per il matrimonio”
Insomma, nonostante la legge non soddisfi la richiesta di parità del movimento LGBTQI, se non altro per il fatto che viene creato un istituto ad hoc per le coppie dello stesso sesso e non si parla di matrimonio e adozioni in senso lato, è chiaro che bisogna in questo momento sfidare il PD e Renzi a portare avanti questo testo così com’è, facendolo sopravvivere allo tsunami di emendamenti che arriveranno in commissione e in aula. Riusciranno davvero a superare le resistenze interne e dei loro alleati di Governo?
Se i punti fondamentali di cui sopra non verranno meno, anche il M5S ha dichiarato voto favorevole, nonostante i pentastellati avanzino a buon dirittio numerose perplessità sul futuro iter del ddl, vista la disastrosa esperienza avuta con la legge Scalfarotto contro l’omotransfobia, entrata in commissione nella forma di un testo condivido tra PD, M5S e SEL e uscita nella veste di un accordicchio da larghe intese con Scelta Civica che rischia tutt’oggi di legittimare l’omofobia.
Cirinnà sembra determinata per quello che sarebbe solo un primo importante passo verso la parità dei diritti. Staremo a vedere.
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Ai margini del dibattito di ieri sera alla Festa democratica dell’Unità di Roma, Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge del PD sulle unioni civili annunciato da Renzi, ha spiegato con chiarezza ai vari rappresentanti delle associazioni presenti di essere fermamente convinta a non muovere passi indietro rispetto all’attuale testo.
Reversibilità della pensione e adozione per il figlio del partner: questi sono i capisaldi irrinunciabili sui quali Cirinnà non è disposta a negoziare, come avrebbe spiegato in una delle riunioni interne al suo partito.
La partita si gioca tutta sull‘articolo 3 del testo, che estende alle unioni tutti i diritti delle coppie sposate (quindi implicitamente anche la reversibilità della pensione) tranne le adozioni di cui ‘all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184. Tale normativa, tuttavia, riguarda solo le adozioni generiche, cioè di minori non imparentati con nessuno dei due coniugi.
Le adozioni del figlio di uno dei due partner, la stepchild adoption, (prevista a parte dalla normativa sulle adozioni) non è quindi proibita e rientra nel dispositivo complessivo dell’articolo 3 del disegno di legge, che applica infatti all’unione “tutte le disposizioni previste per il matrimonio”
Insomma, nonostante la legge non soddisfi la richiesta di parità del movimento LGBTQI, se non altro per il fatto che viene creato un istituto ad hoc per le coppie dello stesso sesso e non si parla di matrimonio e adozioni in senso lato, è chiaro che bisogna in questo momento sfidare il PD e Renzi a portare avanti questo testo così com’è, facendolo sopravvivere allo tsunami di emendamenti che arriveranno in commissione e in aula. Riusciranno davvero a superare le resistenze interne e dei loro alleati di Governo?
Se i punti fondamentali di cui sopra non verranno meno, anche il M5S ha dichiarato voto favorevole, nonostante i pentastellati avanzino a buon dirittio numerose perplessità sul futuro iter del ddl, vista la disastrosa esperienza avuta con la legge Scalfarotto contro l’omotransfobia, entrata in commissione nella forma di un testo condivido tra PD, M5S e SEL e uscita nella veste di un accordicchio da larghe intese con Scelta Civica che rischia tutt’oggi di legittimare l’omofobia.
Cirinnà sembra determinata per quello che sarebbe solo un primo importante passo verso la parità dei diritti. Staremo a vedere.
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