di Iosonodio
Ho goduto come non godevo da tempo nel vedere la Germania strapazzare i carioca durante la semifinale dei Mondiali 2014 per 7-1. Ho goduto come non godevo da tempo perché già immaginavo i titoli dei giornali: disastro, catastrofe, Brasile distrutto, un quotidiano glorioso titola “si è consumato un disastro storico e inimmaginabile”, sapevo che naturalmente non avrebbero parlato delle condizioni di vita nelle favelas, degli squadroni della morte che ammazzano bambini, dell’emarginazione, dei minorenni che delinquono, della corruzione della polizia e dell’esercito, dei centomila uomini che controlllano la sicurezza dei mondiali che i brasiliani non volevano, del traffico d’organi.
Si parla solo di calcio, solo di quello sport meraviglioso giocato e tifato da cazzoni capaci solo di retorica e lamentele, di gente piccola piccola forte nel gridare, debolissima nell’agire che si risveglia ogni domenica e ad ogni manifestazione calcistica televisata, pronti ad unirsi al dolore di qualsiasi nazione venga battuta in un incontro sportivo (dove sappiamo che l’importante è partecipare), perché bisogna pur occuparsi di cose serie.
Sono quelli degli stranieri a casa loro, quelli del Bar Sport, della moglie e buoi dei paesi tuoi per tanto poi andiamo a puttane in Thailandia, sono i tifosi del purismo a parole e del faccio quello che cazzo mi pare a fatti. Sono i lettori di articoli semplici e fruitori di messaggi puerili.
Disastro Brasile, titolano…
Interessa?
(9 luglio 2014)
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