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Vasco Erranidi Giancarlo Grassi

L’Emilia Romagna, un tempo civilissima regione motore della nazione intera, ora meno civilissima, ma sempre celebrata fucina di talenti politici e di idee innovative che troppo spesso la confondono e la fanno apparire come una signora attempata con eccessi di snobismo, si confronta oggi con le dimissioni del Governatore della Regione Vasco Errani, condannato in appello ad un anno con la condizionale per falso ideologico, dopo essere stato assolto due anni prima per la stessa storia.

Siccome Errani humanum est ha fatto benissimo a farsi da parte lasciando subito spazio ai pentastelluti abbaianti giustizialisti e forcaioli  – ma loro sono i cittadini, la pancia del paese, quella stitica che non sa fare nulla che non sia lamentarsi e grida solo quando ha potere o si convince di averlo – convinti e contenti di andare ad elezioni anticipate perché sicuri di prendersi l’Emilia Romagna, cosa sulla quale mi permetto di esprimere dubbi.

Prima di tutto conosco troppo bene gli emiliani (essendo io nato da quelle parti) per non conoscerne l’intelligenza, il fiuto ed il pragmatismo. Anche a Modena il M5S doveva vincere a mani basse ed è andata come tutti sappiamo: ad essere eletto è stato un candidato sindaco che io non avrei votato nemmeno sotto tortura.

Ho incontrato numerose volte Vasco Errani, ne ho sempre avuto l’impressione di un uomo solido, intelligente, colto, politicamente preparato e davvero non così stupido da farsi fregare da una storiella che riguarda il fratello che avrebbe potuto metterlo nei guai in qualsiasi momento. Ma la giustizia ha fatto il suo corso e questa è la sentenza.

Errani si è dimesso, e se qualcuno gli dice di ripensarci e fa male a suggerirglielo, malissimo farebbe l’ex governatore ad ascoltare questi cattivissimi consiglieri. Malissimo faranno coloro che pensano di avere già la poltrona di governatore sotto le chiappe a pensare di avere già vinto: solo chi non conosce la potentissima macchina da guerra che l’organizzazione del PD è capace di mettere in moto nella regione può pensare che vincere le prossime elezioni (che non i sa quando ci terranno)  sarà una passeggiata.

Errani se ne va dicendo: “Quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza”.

Errani humanum est, e se le sue dichiarazioni corrispondessero al vero, perseverare nell’accanimento forcaiolo sarebbe diabolico.

 

 

 

 

 

 

 

(9 luglio 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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