di Rosario Coco twitter@RosarioCoco
Scorrendo i titoli del della bozza del decreto legge sulla PA discussa in questi giorni in seno all’esecutivo la parola d’ordine sembra una sola: smantellare.
Sebbene qualche barlume di buon senso sembra manifestarsi, come le misure sugli appalti che conferiscono nuovi poteri all’Anac, tutto il resto sembra un accanirsi gira e rigira contro i lavoratori. Risolveremo le complicazioni, l’inefficienza e la lentezza aumentando la mobilità dei lavoratori del pubblico impiego e facendoli spostare fino a 50 km “anche con stipendio inferiorie”?
Quello che non si vede proprio è invece il capitolo stipendi-dirigenti-valutazione. O magari ci è sfuggito perchè troppo nascosto. Come ha notato anche Furio Colombo, l’idea attuale è quella di adeguare gli stipendi dei dirigenti all’andamento del PIL. Cosa c’entra? è questo il modo di premiare chi produce?
Naturalmente permane il dimezzamento dei permessi sindacali. Che si possa più o meno essere d’accordo su questo, su una cosa non ci piove: l’efficienza della PA non ha nulla a che vedere con più o meno permessi sindacali o con il fatto di torchiare un pò di più chi lavora alla base della piramide.
Infine, rimane l’annuncio di 15.000 nuove assunzioni, che dovrebbero interessare anche la Scuola. Ricordiamo che dopo lo Tsunami Gelmini-Tremonti del 2008 (taglio di 160.000 cattedre) la macchina della Scuola Pubblica si regge sui precari Se, come già avvenuto, si penserà di stabilizzare qualcuno di loro, magari anche a 50 anni, persone che lavorano da una vita in condizioni pietose e con una responsabilità immensa, ci venga almeno fatta la cortesia di non chiamarle “nuove assunzioni” o nuovi posti di lavoro.
Per il resto, stiamo a vedere dove ci porta la propaganda dell’ “abbattiamo la burocrazia con i bulldozer”. Il viaggio è appena cominciato. Allacciatevi le cinture.
(16 giugno 2014)
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