di Iosonodio
E’ un mondo difficile. Metropolitana di Roma. Scale mobili. Vengo spintonato da un uomo che vuole passare a tutti i costi a mia volta spintono, senza accorgermene la mia vicina, che mi rifila una violenta gomitata nel fianco. La guardo e le dico che le gomitate fanno male. Ma la colpa è’ colpa mia, afferma.
Scambio di cortesie. E ci allontaniamo.
Il caso, che non è caso è causa, me la fa ritrovare poco dopo sullo stesso binario. Mi avvicino, le appoggio una mano sulla spalla e mi scuso, anche se non c’è nulla di cui scusarsi o forse c’è sempre qualcosa per cui scusarsi. La “Uoma” non perde tempo e si inalbera, mi ordina di non toccarla, le dico che mi sto scusando, mi risponde scuse accettate, ma sappia che la prossima volta ci saranno conseguenze perché “Lei non sa chi sono io”, le dico che le conseguenze possono esserci da subito dato che non ci sono cause, mi ordina di allontanarmi da lei, grida sempre più forte – vuole il palcoscenico, succede spesso – ripete che non si sa mai con chi si ha a che fare ed indignatissima in tutta la sua “uomaggine” si allontana da me.
Rimango lì come un cretino ripetendo a voce alta “E’ pazza”. Meno male che le ho chiesto scusa.
Qual’è la morale della storia? Che io sono un cretino, prima di tutto, e che purtroppo esistono donne (poche per fortuna) che hanno interiorizzato a tal punto il machismo da esserne diventate il prototipo reagendo con protervia ed odio anti-maschio ad ogni presunto sopruso.
Danni così profondi ha provocato la cultura machista dalla quale proveniamo.
(12 giugno 2014)
©gaiaitalia.com 2014 diritti riservati riproduzione vietate
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)
