di Giovanna Di Rosa
Doppiato dal PD, con un 21 e un po’ per cento che lo lascia di gran lunga dietro alla coalizione di centrodestra qualora questa – come è ipotizzabile – si presenti di nuovo unita, Lega Nord compresa, mentre il PD di Renzi vince da solo, alla sede legale del Movimento 5 Stelle non resta che listarsi a lutto e condire con un po’ di sana retorica una giornata devastante.
Lo fa, il blog del Vate, condendo la giornata con una bella poesia di Rudyard Kipling (proprio quello de Il Libro della Giungla) intitolata Se – If, Lettera al figlio, dovesi celebrano valori come il rispetto, come il coraggio, come il non manifestare l’odio, di verità, di sopportazione, di resistenza.
Proprio attarverso quella poesia Beppe Grillo prende per i fondelli ancora una volta estimatori e detrattori, giocando con le parole a beneficio delle sue truppe cammellate perché chi ha calpestato i valori che pretende di esaltare grazie alle parole di un poeta, è stato proprio lui, il Vate, spingendo all’odio, insultando, citando i campi di concentramento, esaltando Hitler, in una crescendo di violenza verbale e di nulla politico che gli è stato fatto pagare.
Non abbastanza naturalmente: il 21 e un po’ per cento di voti a Beppe Grillo è ancora un’enormità che non ha spiegazioni razionali se non la protesta tout-court e la vana speranza di rifugiarsi ancora tra le mani di un messia mediatico, perché per gli Italiani repetita juvant anche quando no.
Ora vediamo il Vate del cattivo gusto e dell’insolenza cosa si inventerà. E’ capace, come il suo predecessore ex-cavaliere, di qualsiasi cosa. Non ci stupiamo.
Per ora ringrazia. Così.
Grazie ai 5.804.810 italiani che hanno votato il MoVimento 5 Stelle.
(26 maggio 2014)
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