di Giovanna Di Rosa
Manca pochissimo ormai al 25 maggio, giornata delle elezioni europee 2014 e di consultazioni amministrative in diverse grandi città. I toni si alzano e si fa a chi grida più forte. Grillo usa il suo solito metodo della provocazione e della rettifica, con toni inaccettabili, ma conosciamo l’Uomo.
Il Berlusca, con i suoi toni finto-rassicuranti, che incolpa Grillo di esere pericoloso, lui che ha i suoi ex-generali latitanti, in fuga all’estero o agli arresti. Toni diversamente inaccettabili. Ma conosciamo l’Ometto.
Matteo Renzi, presidente del Consiglio, che negli ultimi 80 giorni di cose ne ha anche fatte e che si è scelto l’onere titanico di cambiare il paese contro il suo partito, l’apparato, parte degli Italiani, il M5S e i suoi alleati di governo, che sta sudando sette camice per far passare il suo messaggio di rinnovamento.
Tutti, uno dopo l’altro, dovranno fare i conti con un elettorato furioso, con un paese ancora in difficoltà come del resto tutta l’Europa, con la mancanza di lavoro, la burocrazia che fa impazzire i cittadini, una semplificazione in atto (dicono) i cui effetti ancora non si vedono, ma soprattutto con una manca cronica di chiarezza ed un sistema politico che blocca l’Italia.
I proclami della ditta Grillo&Casaleggio lasciano il tempo che trovano e cercano di demolire Renzi, ma dimenticano che di elezioni europee si tratta e sarà difficile far cadere il governo sotto quella spinta (considerando che i voti del M5S non sono vitali per la sua sopravvivenza, essendo i Puri&Duri all’opposizione), ma il M5S continua a promulgare un populismo di protesta senza offrire nessuna alternativa reale, che non siano le follie che qualcuno chiama macroeconomiche, ma che di economico non hanno neanche l’odore, che l’ex comico che guadagnava miliardi a Fantastico e che oggi se la prende coi compensi di fazio utilizza come propaganda.
Quello che è certo è che in durante questa settimana ne sentiremo di tutti i colori. E forse tra poco non ne potremo più.
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