di Ahmed Naouali
Le autorità della Repubblica islamica dell’Iran hanno deciso di mettere al bando la popolare applicazione di messaggistica dopo l’acquisto da parte del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, avvaenuta circa due mesi fa.
Il motivo della messa al bando? “Zuckerberg è ebreo”.
La notizia è stata ripresa ampiamente dalla stampa israeliana che cita il capo della commissione iraniana per i reati sul web, Abdolsamad Khorramabadi, e la sua dichiarazione all’agenzia ufficiale Irna: “Mark Zuckerberg è un sionista americano”.
Secondo il ministro delle Comunicazioni Mahmoud Mehr l’esecutivo “è assolutamente contrario al divieto su Whatsapp”, ma pare che le cose non vadano proprio in quella direzione, considerata la fatwa lanciata dall’ayatollah Khamenei sulle chat online tra uomini e donne non legati da vincoli parentali, perché “immorali” (mentre invece impiccare gli oppositori e gli avversari politici sulla pubblica piazza è indice di moralità).
Dal 2009 l’Iran ha bloccato Facebook e Twitter, raggiungibili soltanto da chi è in possesso di software in grado di aggirare i filtri imposti dai sanguinari dittatori iraniani.
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