di Aurelio Mancuso twitter@aureliomancuso
Dopo tante parole pronunciate durante le Primarie e poi per la competizione elettorale per conquistare il Comune di Roma, finalmente il centro sinistra si appresta a dare un segno tangibile del suo impegno sui diritti delle persone lgbt.
In collaborazione con il tavolo delle associazioni, l’assessorato alle Pari Opportunità e Diritti, consiglieri comunali, e Municipi, dal 12 al 18 maggio organizzano la settimana Rainbow (che avrà un prologo e una coda per tener conto di alcuni eventi già programmati in quel periodo). La scelta non è casuale, il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’Omofobia, che merita soprattutto a Roma un’attenzione particolare e approfondita.
Tutto bene, quindi, anche se rimane ancora incerto quando la mozione d’istituzione del Registro sulle Unioni Civili approderà in sala Giulio Cesare. Le complicate trattative sul bilancio 2014 e le successive delibere che dovrebbero riguardare la riqualificazione urbanistica della capitale, non consentono di stabilire una data certa, anche se la volontà di portare la delibera entro l’estate è stata più volte espressa di gruppi di maggioranza, che tra l’altro possono contare sul sostegno convinto anche di pezzi dell’opposizione, primi fra tutti il Movimento 5 Stelle.
Non bisogna peraltro sottovalutare che l’amministrazione romana ha istituito il Servizio lgbt, strumento operativo dell’assessora Alessandra Cattoi, incardinato dentro il dipartimento delle Pari Opportunità, che sull’esempio decennale di quello torinese, si occuperà essenzialmente di formazione del personale comunale, di attività di raccordo e coordinamento con le reti associative e, persino di individuare progetti europei per finanziare attività culturali e sociali.
Dal mio punto di vista, questo Servizio, in attesa di una legge nazionale sul riconoscimento delle coppie omosessuali, è assai più importante del Registro stesso, atto politico di evidente importanza, ma che operativamente non incide sulla vita concreta delle persone. Invece l’ufficio organizzato nell’assessorato può dare uno stimolo ad azioni concrete, aiutare le stesse associazioni ad essere più efficaci, lavorando finalmente insieme per obiettivi comuni.
A un anno dalla vittoria di Ignazio Marino, finalmente si vedono i primi risultati, certo faticosi e lenti, ma che hanno la qualità di puntare molto sul coinvolgimento dei Municipi, istituzioni strategiche affinché in tutti i territori, soprattutto quelli periferici dove abbandono, solitudine, emarginazione favoriscono la violenza e purtroppo anche drammatici gesti estremi. Toccherà anche alle associazioni lgbt romane misurarsi con questo taglio politico, che è coerente con tutte le strategie, messe in campo nel resto d’Europa.
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