di Giancarlo Grassi
Le ha cantate chiare com’è nel suo stile, informa Repubblica.it: “O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al governo. Non ci sto a fare le riforme a metà non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi: se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti”.
Insomma o le riforme o salta tutto. Ci sono molte perplessità anche nel governo, dicono i giornali, riguardo alle modalità scelte dal Renzi – il ddl sull’abolizione del Senato ad esempio; ci sono resistenze da parte del presidente del Senato (toh!) Grasso.
Intervenendo a RTL 102.5 il Primo Ministro ha ribadito: “Per ridurre il numero dei parlamentari e semplificare il quadro, facciamo un Senato in cui, senza indennità, siedano sindaci e presidenti di Regione. I paletti fondamentali sono: senatori gratis, che non votino più la fiducia, che non votino il bilancio e soprattutto che il Senato non sia eletto, perchè noi in Italia abbiamo il numero di parlamentari più alto d’Europa, anzi più alto addirittura degli Usa. Diamoci una regolata”.
La politica italiana è ancora una volta alle prese con la conesrvazione e la necessità di innovare, o meglio, rinnovare le proprie strutture. Torna il solito, conosciuto, orribile conflitto tra chi vuole che tutto rimanga com’era e chi vuole che tutto cambi.
Nel dettaglio il nuovo Senato – Grasso permettendo [sic] – sarebbe composto dai presidenti di Regione, più due membri di ciascun Consiglio regionale, tre sindaci per ogni regione ed un massimo di ventuno cittadini nominati dal Presidente della repubblica per i loro meriti.
Il nuovo Senato, è ormai noto, che il nuovo nome sarebbe Camera delle Autonomie.
©gaiaitalia.com 2014
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