di Giancarlo Grassi
I ribelli sono riusciti nel’intento di destituire il dittatore costruito da Putin contro l’Europa, il presidente Yanukovich, che è fuggito dall’Ucraina mentre l’ex presidente Timoshenko è uscita dall’ospedale e si trova in viaggio verso la capitale Kiev.
Ieri la Russia aveva comunicato che avrebbe congelato la seconda tranche di aiuti [sic] di 15 miliardi di dollari, perché non c’era la sicurezza che il paese avrebbe potuto restituirli, come se quei soldi (un totale di 25 miliardi di dollari) non fossero stati stanziati per evitare che l’Ucraina entrasse nell’Unione Europea compromettendo i sogni neo-sovietici di annessione del presidente Putin e del suo fido Medvedev.
L’ex presidente Timoshenko è ora libera, la dittatura sembra essere caduta, anche se l’inquietante presenza della Russia e delle sue mire espansionistiche non va sottovalutata. Ianukovich è stato destituito e nuove elezioni sono state convocate per il 25 maggio.
Il braccio destro della leader della protesta, Oleksandr Turcinov, è stato eletto presidente e premier ad interim.
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