di Daniele Santi
Intervistato dal quotidiano Europa, il pluricampione olimpico e mondiale, l’ex ginnasta Yuri Chechi, ha rilasciato dichiarazioni che faranno discutere, prima di tutto per la loro superficialità.
Yuri Chechi inizia il suo show attaccando Obama per la sua scelta di “…mandare ai Giochi delle atlete lesbiche solo perché sono lesbiche e non perché se lo meritano” cosa che lui considera “un errore”: ne deriva che Billie Jean King (che a causa delle gravi condizioni della madre ha poi rinunciato ad essere presente a Sochi) una delle più grandi tenniste di tutti i tempi, è una che non se lo merita, è uno sfondone. Se per Chechi il termine “sfondone” non è troppo gay.
Yuri Chechi sostiene poi che il premier Letta ha fatto bene ad andare a Sochi per essere vicino allo sport e alla delegazione italiana. Ma per l’attenzione ai Diritti Umani “ci dev’essere un limite” perché, dice Chechi, “qui si parla di sport e di Olimpadi. Il resto non deve influenzare il mondo sportivo”. Alla domanda del quotidiano sull’essere o meno a favore di un atleta che manifesta a favore delle coppie gay dal podio, Chechi risponde che “dipende molto dalle coscienze e dalle sensibilità degli atleti”, l’atleta ovrebbe manifestare “come cittadino”. Aggiunge Chechi: “Se due uomini festeggiando si abbracciano non mi scandalizzo, anche se c’è il decoro e la decenza sono importanti” e dopo avere ponitifcato sulla decenza ed il decoro, Chechi aggiunge “anch’io non approvo certi atteggiamenti di Putin, ci mancherebbe”.
Per Yuri Chechi, l’intervista completa la potete leggere qui, gli sportivi non dovrebbero manifestare per i diritti LGTB “in quanto sportivi” dovrebbero farlo “come cittadini” e, afferma, “io sarei uno di quelli, ma dev’essere la politica che risolve il problema dei diritti degli omosessuali”.
Chiosa Chechi: “Sui diritti dei gay vorrei che la politica italiana facesse di più, non il movimento olimpico”.
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