di Gaiaitalia.com
Da Roma Sette, quotidiano online della Diocesi di Roma, arriva l’ennesimo attacco al Comune contro il registro delle unioni civili.
“Le posizioni espresse dal Vicariato di Roma sono frutto di una evidente malafede. Mentre da un lato, infatti, la Chiesa si oppone alla estensione del matrimonio per le coppie omosessuali, dall’altro non ammette che a queste coppie vengano concesse le benché minime tutele e diritti, neppure in ambito locale, proprio perché non sono sposate. Una evidente schizofrenia dietro cui si cela la più bieca e trita omofobia di chi non ammette che la società è mutata e che, oltretutto, non spiega perché le coppie eterosessuali coniugate dovrebbero essere discriminate o svantaggiate dalla naturale equiparazione di tutti i cittadini” – ha dichiarato Andrea Maccarrone, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“Approvando un registro delle unioni civili, Roma non fa altro che allinearsi ai tantissimi comuni italiani che sono stati costretti così a cercare di colmare un grave e pesante vuoto normativo che lascia gravemente prive di tutele le coppie omosessuali. Questa Chiesa è sempre più lontana dal sentire e dai bisogni dei cittadini e conduce una battaglia ideologica sulla pelle di una parte meno garantita della società, mostrando il suo volto peggiore e odioso”.
Rinnoviamo il nostro sostegno all’iter di approvazione del registro. Per la Diocesi è ormai tempo di arrendersi al fatto che Roma è la Capitale di uno stato laico e che a nulla servirà continuare a diffondere terroristiche e odiose menzogne parlando di “pseudo-matrimonio” e “inutilità giuridica” al solo scopo di creare confusione e disinformazione su temi sui quali la maggioranza degli Italiani dimostrano di aver maturato ormai idee molto più chiare di quelle che si leggono sul quotidiano dei Vescovi.
“Su una cosa”– conclude Maccarrone – “conveniamo col Vicariato: non vogliamo accontentarci di istituti di tutela minori e men che mai di pseudo-matrimoni, partnership alla tedesca, o altre fantasiose sigle. La nostra richiesta al Parlamento e alle forze politiche è di piena e completa uguaglianza che preveda finalmente l’approvazione anche in Italia del matrimonio egualitario. Saremo contenti se anche la Chiesa Cattolica, come già tante chiese riformate, si accorgerà che la nostra battaglia riguarda un’atto di giustizia e vorrà unire, quindi, la sua voce alla nostra”.
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