Venti miliardi di aiuti e sconti sul gas: era il prezzo che il presidente ucraino aveva stabilito per fottersene delle richieste di adesione all’UE dei suoi cittadini e che il nuovo Zar di Russia è stato ben lieto di pagare in nome della dittatura di Gazprom, ed in nome del rispetto della volontà del popolo.
Con un’operazione di una spericolatezza morale e di una spregiudicatezza politica che fa impallidire i tempi del KGB – che sembrano più lontani di quanto in realtà non siano – Vladimir Putin si è mangiato l’Ucraina con un accordo basato sugli aiuti e sugli sconti, con la connivenza del presidente Viktor “strangolato” Yanukovich si è “mangiato” le proteste, ed ha tolto una spina dalle chiappe dell’Unione Europea da sempre schierata in egual misura pro e contro l’entrata della repubblica ex-sovietica nell’Unione.
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