La piazza piena a metà di Love is right è una sconfitta per tutte.
E’ un dato di fatto.
Le sei associazioni nazionali promotrici di Loveisright manifestazione NAZIONALE contro l’omofobia, tutte con sedi a Roma, se non native di questa città, non sono state capaci di muovere gente sufficiente a riempire piazza SS. Apostoli che era piena si e no per un terzo.
Chi mancava alla manifestazione di ieri pomeriggio ?
Il popolo lgbt romano, quello delle associazioni romane E BASTA che non sono state coinvolte, non sono state invitate, sono state escluse. Fate voi.
A Roma si ripete la solita guerra tra povere per quei due posti al sole che le Istituzioni magnanimamente ci concedono e l’associazionismo lgbt invece di unire, invece di coinvolgere la cittadinanza, tutta si dissangua in una guerriglia sororicida dove le militanti dell’altro schieramento vengono in piazza con malcelata soddisfazione per con(s)ta(ta)re i numeri bassi di presenze, sfoderando la stessa identica faccia di soddisfazione che potrebbero avere quando, in un incontro sessuale occasionale, scoprono che il loro cazzo è più grosso di quello del partner.
Trovo questa modo di comportarsi reazionario e fascista.
Il confronto politico ha lasciato il posto a un individualismo letale e asfittico, giocato sulla pelle delle persone che, ignare dei folli altarini romani, vengono a una manifestazione impegnando tempo e denaro, e sono loro malgrado gettate in una piazza vuota mostrando all’universo mondo che di certe questioni non frega niente nemmeno alle dirette interessate.
Degli scarsi numeri di partecipanti di ieri siamo responsabili tutte.
Tutte le militanti.
Tutte le associazioni.
Quelle che c’erano e quelle che non c’erano, che non sono state invitate, che non sono state chiamate, consultate, corteggiate, fate voi.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio.
C’è associazione e associazione. Potrei fare nomi e cognomi.
Ma quello che sappiamo tra di noi all’esterno non traspare e se la piazza è vuota non è una sconfitta della parte avversaria, ma una sconfitta del movimento.
Chi non lo capisce dovrebbe farsi da parte, perché è un pericolo per la causa, perché antepone il proprio ego alle esigenze di tutte.
Chi ha gongolato per il flop partecipativo della manifestazione di ieri è una nemica della causa tanto quanto un Giovanardi e una Binetti.
È la classica lupa travestita da pecora che sbrana il popolo lgbt che ieri ha presenziato, chi perché ci credeva, chi nonostante non fosse d’accordo sul merito o sul metodo, con una determinazione politica che dovrebbe far vergognare queste quattro sciampiste romane che preferiscono avere i pidocchi in testa piuttosto di usare la marca della concorrenza.
Perché i diritti sono diritti di tutte, anche di chi ci sta antipatica.
Anche di chi politicamente non ci piace.
Anche delle fasciste.
Perché i diritti o sono diritti o non sono.
A vedere la manifestazione di ieri pare proprio lo abbiamo dimenticato.