La presidente dell’Associazione GALZ (Gays and Lesbians of Zimbabwe), Martha Tholanah, ha ricevuto ordine di comparizione in tribunale con l’accusa di dirigere un’associazione “non registrata”.
L’ordine di comparizione, secondo quanto scrive il sito Mambaonline, è stato rimesso mercoledì scorso dall’avvocato di Martha Tholanah, Tonderai Bhatasara, membro degli Avvocati dello Zimbabwe per i Diritti Umani; nel documento si legge che la presidente “organizza le attività del gruppo contro la legge” del paese e dovrà comparire in tribnale il 12 dicembre prossimo.
L’accusa e l’ordine di comparizione seguono un raid della polizia del paese avvenuto il 20 agosto del 2012 nella sede di GALZ, che aveva portato al sequestro di documenti e di com’puter con dati sensibili. Poche settimane prima la polizia aveva arrestato senza ragione – e quindi rilasciato – quarantaquattro membri dell’assocazione.
Gli avvocati dell’associazione affermano che il tribunale sta perdendo “tempo e soldi” perché GALZ non è un’associazione privata – che avrebbe bisogno di registrarsi – ma un’associazione legalmente riconosciuta che invece non necessita registrazione e che l’azione è soltanto un’ennesima dimostrazione di “odio antigay”.
Lo Zimbabwe è il paese in cui il presidente Mugabe, recentemente rieletto, prometteva di “scatenare l’inferno contro i gay”, in cui le autorità affermano che “se non ti lavi eviti l’AIDS” , dove hanno impedito un matrimonio perché la sposa era bianca e lo sposo nero, rifiutato i preservativi ai reclusi per evitare la promiscuità sessuale e i rapporti gay [sic].
[useful_banner_manager banners=42 count=1]
©gaiaitalia.com 2013 tutti i diritti riservati riproduzione vietata
[useful_banner_manager banners=9,19,27,36 count=1]