Un referendum convocato da una minoranza di cittadini spinti dal loro fanatismo religioso e votato da una minoranza, attorno al 34% dei croati, di cui il 65% ha votato contro il matrimonio ugualitario, ha sbarrato la strada alle unioni ugualitarie nel paese.
Il quesito referendario chiedeva espressamente “Credi che il matrimonio debba essere un’unione tra un uomo e una donna?” ed era stato firmato da circa 700mila cittadini (un numero important in un paese che conta meno di tre milioni di abitanti), ma una netta minoranza rispetto al totale, che hanno indifferentemente lasciato che le cose andassero da sole.
Un esempio di come la mancanza di senso civico possa provocare disastri se le decisioni importanti vengono lasciate nelle mani di pochi (a meno che ai Croati, ed è anche possibile, dei matrimoni ugualitari non importasse un fico secco) e che dovrebbero servire anche all’Italia e agli Italiani che a votare, con pieno diritto, non vogliono più andarci.
Il presidente croato aveva parlato del referendum antigay come di “triste e insensato” aggiungendo la sua speranza che “un voto simile e su un argomento simile non dovesse più ripetersi nella storia del paese”, come se non mancassero – se ci fosse la volontà invece dei bla bla bla – i mezzi per approvare una legge con piena validità che garantisca diritti a tutti qualora la si voglia.
[useful_banner_manager banners=28 count=1]
©gaiaitalia.com 2013 tutti i diritti riservati riproduzione vietata
[useful_banner_manager banners=36 count=1]
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)