Questa settimana un paio di tweets arrivati al nostro account attraverso lo stupendo mezzo del RT ci mostravano notizie di una certa importanza accompagnate da foto di villosi pettorali di giovine uomo in pieno vigore sessuale che nulla avevano a che fare con le notizie pubblicate.
Fermo restando che ognuno è libero di fare sulle proprie pagine ciò che meglio gli aggrada perché è evidentemente conscio e ha dati che gli permettono di vedere che i suoi lettori apprezzano il villoso pettorale ancorché decontestualizzato, perché il villoso pettorale fa sempre bene, si tratta di escamotage da social che ci fanno un po’ piangere.
Scorrendo poi le pagine di questi siti gay seri con la parola gay nel dominio abbiamo visto come il gossip su chi è gay e chi no imperversi come nel bar sotto casa frequentato da gruppi di machos da stadio, che fanno proliferare – è l’unica cosa che forse sanno fare – l’omofobia più becera condita di testosteronico vigor penis (il maccheronico è cercato, voluto, amato).
Fa parte degli obiettivi che ci siamo dati lottare contro chi dice di odiare il machismo omofobico, contro una cultura che esclude, contro il gossip antigay, contro lo spiare nella camera da letto altrui, praticando esattamente ciò che si dice di non volere, lamentandosi dell’omofobia altrui, della discriminazione, per poi praticarle.
Francamente, un’informazione di questo tipo, diretta alla comunità gay [sic] con scelte che rasentano il nazismo estetico, fa piangere e non serve a nessuno.
Naturalmente non abbiamo scritto quest’articolo per affermare che noi facciamo un’informazione decente.
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