Le Ultime sui Diritti Umani dalla Nuova Russia di Putin, che non è solo un progetto politico, ma anche e soprattutto una determinazione per il futuro, dicono alcune cose: che chiunque può entrare ad esempio negli uffici di un’associazione per la lotta all’HIV con maschere pistole e mazze da baseball, picchiare di qua e di lá, sparare un colpo che finisce in un occhio di un attivista (in ospedale, perderà la vista, ma è un’occhio gay, cosa importa); dice che la polizia chiamata dagli altri attivisti per la lotta all’HIV presenti, arrivi, si guardi intorno, ignori il sangue e la distruzione, dica che non c’è segno di violenza alcuna e se ne vada.
Dicono che chiunque può quindi entrare – stando così le cose – in qualsiasi luogo privato e fare ciò che vuole dei presenti, senza che ci sia nessun tipo di protezione. Quando hanno utilizzato pratiche simili nei confronti della minoranza ebrea prima e durante la seconda guerra mondiale, le hanno chiamate Pogrom. Non sappiamo se oggi dargli lo stesso nome.
Dicono – le Ultime – che la leader delle Pussy Riot potrebbe essere stata internata in Siberia, in un campo di lavoro, o in un bordello o dovunque piaccia alle autorità della nuova dittatura russa, di lei non si sa nulla da diverse settimane anche se Amnesty International ce la mette tutta, ma dalla Russia solo silenzio. Non vorremo che la maggiore potenza mondiale nell’esportazione di gas, si metta a dare spiegazioni ai suoi clienti? Molto meglio minacciare di lasciarli senza energia, come più o meno Putin fa ad ogni inverno.
Dicono, infine, o forse no dato che se si potrebbe continare all’infinito, come i Neonazisti russi continuino ad adescare, torturare e filmare giovani omosessuali, l’ultimo è un 18enne sudafricano, terrorizzato, sembra un bambino di 10 anni di fronte agli omaccioni Neonazi che gli fanno di tutto, e a postare le loro gesta sul social network più seguito di Russia (VK.com, il secondo in Europa), con commenti del tipo “Abbiamo rovinato un’altra vita, è un giorno lieto”.
Inutile ricordare che le autorità non muovono un dito, e che grazie all’efficacissima propaganda anti-diritti umani, la maggioranza della popolazione russa accetta in silenzio la persecuzione di dissidenti, femministe, giornalisti critici con il regime, gay e lesbiche.
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