Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha postato sul suo profilo Facebook questo commento: “Quello dell’omofobia è un dramma straziante a cui dobbiamo porre fine, lo dobbiamo a tutti i giovani e a tutte le famiglie perché è inaccettabile che simili drammi succedano ancora”.
Tre suicidi ed un tentativo di suicidio in pochi messi sembrano avere scosso la capitale, i politici della capitale, ma non ancora sufficientemente da permettere loro di comprendere a fondo un dramma e di trovare mezzi atti ad intraprendere la rivoluzione culturale necessaria ad affrontare il terribile tema dell’emarginazione.
L’Italia non è un paese inclusivo, le strutture delle nostre città non sono inclusive, la vita sociale non è inclusiva, ci vantiamo di appartenere a circoli esclusivi, che di fatto escludono coloro che non appartengono al gruppo degli eletti.
La politica è un’altro circolo esclusivo, così pressato da problemi urgenti – mai come oggi apparentemente irrisolvibili, con il mondo travolto da una crisi che rappresenta un’involuzione sociale nei paesi incapaci di viverla come una rivoluzione – che reagisce ai drammi sociali con tre righe postate su un social network, un comunicato stampa, incapace di operare su altri livelli.
La nota stampa del Campidoglio, suona patetica di fronte al dramma di un 21enne che si suicida: “Davanti alla tragedia del giovane che oggi ha scelto di togliersi la vita non possiamo che provare dolore e profondo rammarico. Le istituzioni hanno il dovere di battersi in prima linea contro il disagio, l’indifferenza e il senso di solitudine che troppo spesso, tra i nostri giovani, sfociano in drammi come quello di oggi. Le scuole, che sono il vero laboratorio culturale dei nostri ragazzi, possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta all’indifferenza, per costruire una società solidale, unita e soprattutto accogliente, dove nessuno possa più sentirsi solo, né diverso. L’amministrazione capitolina continuerà a lavorare in questa direzione, per dire basta a questi drammi della solitudine, affinché Roma diventi sempre più una Capitale dell’accoglienza”.
Belle parole dell’Assessora alla Scuola, infanzia, giovani e pari opportunità di Roma Capitale, Alessandra Cattoi.
“Gli omofobi facciano i conti con la loro coscienza”, dicono abbia lasciato scritto il giovane suicida. Facciamoli anche noi tutti, questi conti.
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