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Roma, attacco omofobo del 22 settembre raccontato dal protagonista

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Pestaggio Omofobo Roma 22-9di Gaiaitalia.com

Riportiamo integralmente l’articolo-denuncia dell‘omosessuale pestato brutalmente il 22 settembre scorso, alla stazione della metropolitana di Cipro al grido di “Frocio di merda” e pubblicato dal sito Lafenicegay.it.

Incontrarsi ad un bar, tra amici, raccontarsi la giornata ed altro davanti ad una birra o ad un bicchiere di vino, o semplicemente cercare qualcuno con cui scambiare due chiacchiere ed altro ai giorni nostri sembra che sia la cosa più naturale del mondo. Così non era. Fino a cinquanta anni fa, negli Stati Uniti, le incursioni della polizia nei bar gay e nei nightclub erano all’ordine del giorno, o meglio della notte. Già prima del 1965 l’identità dei presenti nei locali veniva registrata dalla polizia ed in alcune occasioni addirittura pubblicata sui giornali. Grazie al contributo per i diritti civili quali quelli della MATTACHINE SOCIETY guidati da Dick Leitsch cominciarono a cambiare le politiche della polizia che fino a quel momento andavano in giro per la città in borghese adescando gli omosessuali per poi denunciarli.

Seduto su una panchina vicino la fermata della metro Cipro sentendo qualcuno che mi rivolgeva la parola, smetto di scrivere.

-” scusa hai una sigaretta?“. Non distolgo lo sguardo dal mio taccuino e con noncuranza rispondo: ” mi dispiace non fumo”.

L’individuo che non avevo neanche focalizzato incalza: “ beh che stai a fare a quest’ora qui da solo seduto su questa panchina?“.

La mia voce esce con naturalezza così come la risposta .. Non ci penso neanche un istante.

– “prendo degli appunti frattanto che aspetto il mio compagno”.

La voce dell’individuo si trasforma divenendo minacciosa venate di rabbia .. Frustrazione di un essere di un essere incompleto.

-“ma allora sei un Finocchio … un Frocio di Merda!!”“. Alzo lo sguardo: vedo un testa di cazzo dalla testa rasata e gli occhi di ghiaccio.

Un microsecondo ed un pugno c’entra il mio occhio destro fracassandomi l’arcata sopracciliare il viso mi si riempie di sangue, mi chiudo a riccio intontito dal dolore altri tre pugni mi colpiscono al naso alla nuca ed ancora sul viso. Frattanto che sento quel l’essere disadattato continuare a ringhiare… Finocchio…Frocio di Merda.

Io sto lì rannicchiato seduto ancora sulla panchina gocciando sangue copiosamente sento altri due individui avvicinarsi e dire all’aggressore: “eddai gliele hai suonate andiamo prima che arrivi qualcuno.. Hai fatto bene fratello ‘sto rottinculo…”

 

Questo succede nella capitale a qualcuno che tranquillamente sta seduto a scrivere senza rompere le scatole a nessuno aspettando chi ama. Signori dell’associazionismo, amici della stampa gay con la parola gay nel dominio, signori politici, un’occhio alla realtà reale please.

 

 

 

©gaiaitalia.com 2013
riproduzione riservata

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