L’On. Ivan Scalfarotto ha dimostrato cosa significa non sapere nulla di ciò che succede nelle strade e nel suo furore radical-chic è stato accecato dall’opportunità di dare il suo nome ad una legge dello stato: questo può l’ambizione cieca. Questo può la disciplina di partito in nome della governabilità e delle large intese. Il risultato è sotto gli occhi di tutto: una legge inutile che privilegia gli omofobi ed Ivan Scalfarotto distrutto sui social network (doveva essere al Gay Village di Roma nella serata del 19 settembre, per ascoltare i commenti dei gay e delle lesbiche, non degli organizzatori, ché son dei signori).
“Fama, infamia… che importa!” faceva dire Julian Mitchell nella sua splendida pièce “Another Country” al personaggio di Guy Bennett, preda della sua ambizione smisurata che lo porta a tradire il suo paese, la sua classe, la sua appartenenza di omosessuale a favore di un interesse di partito, quello Comunista Sovietico, e a diventare una pedina in mano di poteri altri: “Che importa… Almeno sarò ricordato”, continua Guy Bennett.
L’On. Scalfarotto che è colto, e parla bene l’inglese, crediamo anche il russo dato che deve aver lavorato da quelle parti e magari anche per questo, che del doman non v’è certezza, si è guardato bene dal pronunciare una sola parola di commento sulle orrende leggi di Putin, può leggersi l’opera in originale. Che magari gli serve.
Nell’offrirgli le nostre pagine per la sua replica, qualora voglia farcene pervenire una, ci offriamo di regalargli il libro. Basta che ce lo faccia sapere.
Se nel frattempo volesse anche farci sapere cosa pensa dell’orrenda e inutile legge votata ed approvata con il suo prezioso contributo, saremmo ben lieti di pubblicare le sue parole.
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