Ammazzato a pugni, calci e bastonate, secondo le prime informazioni della polizia locale, in un sobborgo di Baku: è un uomo di 53 anni apertamente gay, ucciso da ignoti qualche giorno dopo il primo “Rally Gay” organizzato in Azerbaijan il 7 settembre scorso e svoltosi secondo le notizie fornite dall’organizzatore Ruslan Baluxin, riprese da Pinknews, senza incidenti e in un’atmosfera di simpatica accoglienza, anche se i partecipanti hanno sfilato con bandiere rainbow, ma con i visi coperti.
Il 53enne ucciso a poco più di dieci giorni dall’evento riapre le inquietudini sulla situazione delle persone LGTB dell’Azerbaijan apertamente osteggiate e in costante pericolo.
La criminalità è stata depenalizzata nel Paese nel 2001, ma le persone LGTB sono discriminate apertamente, quando non uccise come in questo caso, un po’ in tutto l’Azerbaijan (ricorderete le feroci polemiche e le minacce all’Eurofestival); non esistono protezioni legali contro la discriminazione e le unioni tra persone dello stesso sesso non hanno nessun tipo di tutela.
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