Scrivevamo qualche giorno fa che l’unica soluzione possibile per evitare l’intervento USA in Siria era una mediazione politica seria frutto di un accordo tra Obama e Putin, interlocutore privilegiato della dittatura di Bashar Al Assad insieme alla teocrazia iraniana, vero burattinaio degli integralismi che si muovo nella regione.
Pare che quella via sia stata percorsa, non certo per merito nostro, e che qualche frutto cominci a darlo. Secondo quanto pubblicato da numerosi quotidiani internazionali il presidente russo avrebbero intimato alla Siria la consegna di tutte le armi chimiche e la loro distruzione sotto l’egida dell’ONU e Damasco sarebbe d’accordo.
La cosa avrebbe messo relativamente di buon umore Obama, che sarebbe dovuto entrare nel conflitto suo malgrado, e l’uomo non è certo un bombarolo come i suoi predecessori, che ha dichiarato che a questo punto “una svolta è possibile”. Buon segno è lo slittamento del voto al Senato USA sulla questione siriana.
Francia, Germania e Iran appoggiano la proposta russa. I più cauti restano ancora gli Stati Uniti, nonostante gli americani siano maggioritariamente contrari all’intervento.
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