Spiaggia del litorale romano, attorno alle 11 del mattino di un sabato mattina. Tanta gente, molte famiglie, molte coppie: etero, lesbiche e gay (non si fà tutti nudismo), molta tranquillità.
Al mio fianco, una coppia gay – maschile e al maschile, poi sarà evidente il perché lo sottolineo – chiacchiera. Uno dice all’altro “Guarda te come ti stai spellando, aspetta che ti pulisco un po’ la schiena”, l’altro protesta “Un non fa nulla”, ma il primo comincia la sua opera di cura (nel senso di “care”), nessuno nota la cosa.
Venti minuti dopo due esemplari della Fashion Victimism Lgtb ltd, nota setta indipendente e variabile impazzita perfettamente raccontata da Bo Summer’s nel suo articolo La teoria del sexo pubblicato dalla nostra sezione culturale Cultura.gaiaitalia.com irrompono sulla scena con le loro magliette di venti taglie più grandi, le borsone (e le teste) vuote, gli inutili corpi efebici e i gridolini “Guardaaaaaa, stanno facendo delle sculture sulla sabbiaaaaaaaaaa… Andiamo a vedereeeeeeeeeeeeee”… “Ma stai zittoooooooo oh!oh!oh! ci guardan tuttiiiiiiiii” e squittii e “bellooooo… Sono caniiiiiiiiiii…” (riferimento alle sculture) e tutto un baccano.
I commenti degli astanti si sono sprecati: irripetibili, irriscrivibili e, purtroppo inevitabili.
Per chiudere la polemica comme se cumpete, pongo una domanda idiota: quando verranno interrogate su “cose omosessuali”, su “cose omosessuali”, balorde come i “diritti delle coppie” ad esempio, le famiglie – umanissime genti, niente disprezzo, il diritto al disprezzo per chi chiede uguaglianza non esiste!- chi ricorderanno: le socie di maggioranza della Fashion Victimism Lgtb ltd o le decine di coppie gay e lesbiche che con tranquillità e normalità (non è questo che si vuole, essere considerati giustamente normali?) popolavano la spiaggia?
Lascio a chiunque l’intelligente risposta.
P.s. Tacciatemi pure di razzismo e omofobia interiorizzata così avrò buone ragioni per diventare volgare.
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