Sappiamo ormai, ed è tendenza generale, che più si incolpa un uomo di essere la rovina di un paese, più quest’uomo viene votato sulla base non di un programma, ma della capacità di quest’uomo di parlare alle viscere.
Robert Mugabe, 89 anni, persona non grata in tutto l’Occidente, Vaticano escluso, che ha trascinato lo Zimbabwe sull’orlo del collasso, ha vinto la sua quarta elezione con un programma basato sull’odio verso le persone lgtb, un programma che prevede “l’inferno” per loro e per coloro che vogliono proteggerle. Non c’era traccia di sviluppo economico, di parole come lavoro o giustizia sociale. Solo odio contro gay e lesbiche.
Ora dopo le dichiarazioni di guerra, verrà l’apartheid o erano solo grida senza un seguito? La polizia del paese da tempo perseguita associazioni e persone omosessuali del paese senza motivo, senza un obiettivo chiaro che non sia quello della persecuzione tout-court, ma soprattutto, senza mandati ed arbitrariamente.
Così prevediamo che il prossimo mandato di Mugabe non sarà molto diverso dagli altri: minacce, eliminazione di avversari politici, appropriazione di ricchezze, odio e divisione.
E discriminazione verso le persone lgtb come in tutta l’Africa.
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