Tutto rimandato a settembre per la legge contro l’omofobia e la transfobia. Dopo il dibattito generale che si è tenuto lunedì sera nell’Aula della Camera alla presenza di una quarantina di deputati, siamo in attesa di conoscere gli emendamenti depositati che cercheranno di migliorare il testo, e quelli invece che intendono stravolgere in senso discriminatorio la proposta Scalfarotto Leone. Più che di una vera legge si tratta di un maxi emendamento alla legge Mancino, che estende anche in ragione di omofobia e transfobia le tutele previste già per le discriminazioni in ragione di razza, etnia e religione. Sono previsti appunto molti emendamenti che si possono suddividere in tre tronconi: quelli che vogliono demolire qualsiasi estensione (Lega, qualche esponente Pdl) quelli che vogliono che per omofobia e transfobia siano previste le stesse aggravanti delle altre categorie (M5S, Sel, PD) e in ultimo, quelli che vogliono introdurre una specificazione sulla libertà di espressione (alcuni cattolici Pd, Pdl, Scelta Civica).
Sul tentativo di Lega e alcuni settori del Pdl di voler demolire la proposta c’è poco da dire: è coerente con ciò che è accaduto nella scorsa legislatura. E’ inoltre da tener conto che sono state depositate anche tre questioni pregiudiziali di costituzionalità da parte di Lega, cattolici Pdl e Fratelli d’Italia.
L’atteggiamento del Pdl è il più ambiguo possibile: far parlare solo chi è contrario e per ora far agire il proprio relatore Leone nel tentativo di non esporsi fino alle votazioni in Aula.
Gli unici veramente interessati a portare a casa un risultato concreto rimangono Pd, Sel e M5S, quest’ultimo gruppo tenendo alta la bandiera di una più chiara formulazione giuridica della proposta. La sostanza è che la battaglia si concentrerà sull’estensione delle aggravanti anche per gay e trans, senza la quale il provvedimento sarebbe assurdo e discriminatorio, in quanto si concretizzerebbe all’interno della legge Mancino, che è contro le discriminazioni, una differenza odiosa di trattamento tra le fattispecie per ora previste e quelle per omofobia e transfobia. Attenderemo alla prova dei fatti, soprattutto il PD, che sommando i suoi voti a quelli di Sel e M5S può agevolmente ripristinare le aggravanti e rendere, quindi, effettive le tutele per tutti.
In ultimo c’è la questione della supposta libertà di espressione su cui si sono concentrate l’attenzione di alcuni cattolici Pd, Pdl e Scelta Civica. La loro proposta che di seguito vi faccio partecipi (si tratta di una bozza non ancora ufficiale, cui se ne aggiungeranno altre ben più virulente da parte di Lega e altri) non cambia nulla dal punto di vista giuridico, né tanto meno costituzionale, ma dal punto di vista politico è insidiosa e indigeribile. Chiarito che, almeno per quanto mi riguarda, se il provvedimento conterrà le aggravanti, il delirio cattolico può anche esser sopportato, si pone però un tema soprattutto dentro il Pd che non voglio tacere.
I cattolici Pd, nella scorsa legislatura quando si trattò di votare in Commissione Giustizia l’estensione della legge Mancino (proposta Paola Concia e di tutto il Pd che fu bocciata) non si sognarono di avanzare richieste emendative sulla libertà di opinione. Il sospetto è che, siccome si sapeva non sarebbe passata perché tutta la maggioranza di centro destra era contraria, allora non si diedero da fare, ma oggi che il provvedimento Scalfarotto Leone ha chance di passare (salvo che non crolli il governo) debbano correre ai ripari per non sembrare troppo lassisti rispetto ai cattolici integralisti alla Binetti e Roccella. Insomma questo tentativo di garantire un salvacondotto per le gerarchie e associazioni cattoliche, che devono continuare a poter dire che i gay sono malati, deviati e disordinati, fa intendere che in fondo, che alcuni politici cattolici del PD, PDL e Scelta Civica pari sono e, condividono gli stessi disvalori. La domanda però più pressante è: quanti deputati del PD condividono queste posizioni? E’ possibile che bersaniani, giovani turchi, renziani, civatiani ecc., ecc., voteranno questo raccapricciante emendamento? Ripeto nella sostanza non cambia nulla, ma nel simbolico cambia molto e, quindi, vedremo al momento del voto quanti deputati del Pd appoggeranno un emendamento che contiene un messaggio preciso e irricevibile.
Emendamento
4. Ai sensi della presente legge non costituiscono atti di discriminazione, né incitamento alla discriminazione:
a) la libera manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza;
b) le attività relative all’estrinsecazione dei principi e dei valori delle organizzazioni di tendenza le cui finalità sono riconosciute dalla Costituzione, purché non istighino all’odio o alla violenza e non costituiscano discriminazione secondo altre norme vigenti;
c) gli assetti normativi conformi a leggi diverse dalla presente
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