Non ci sarebbe davvero bisogno di lettere anonime, di sguattere invidiose travestite da stilisti di successo, né delle spiegazioni di quotidiani dallo scandalo e dal grido facile: le cose sono chiarissime e sotto gli occhi di tutti da sempre, fondamentalisti e non fondamentalisti.
L’omosessualità è presente nella Chiesa di Roma come in qualsiasi alto luogo della terra dove siano presenti esseri umani essendo, come l’eterosessualità, parte della natura umana. Basterebbe risvegliarsi a questa verità tanto semplice per fare in modo che tutti i bla bla bla della mutua, le lettere anonime degli invidiosi (che dichiarerebbero che uno stilista noto negli ambienti vaticani è iscritto all’Arcigay, oh! Immane Tragedia!), che guarda caso verrebbero da ambienti vicini a Bagnasco, gli articoli stupidi sui quotidiani intelligenti, soprattutto quelli che pensano di avere il verbo come unici privilegiati, i costi degli abiti di lor signorie i cardinali che predicano la povertà e la castità agli altri, finissero.
Il teatrino gayo della chiesa continua, dichiaratamente, alimentando il furore degli integralisti che attaccano la comunità lgtb secolare pensando di risolvere i problemi del Vaticano che amano così tanto da essere disposti ad anteporla ai peccatori che invece tanto disprezzano.
Come se fosse una novità un tessera di Arcigay nelle tasche di uno stilista…
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