Dalla Turchia all’Egitto, dalla Bulgaria al Perù, dalla Spagna alla Tunisia, sono milioni le persone in lotta con i governi che i cittadini stessi hanno eletto, rei di non compiere le loro promesse elettorali, di non mantenere i loro impegni, di gestire il potere come un affare privato, nascondendosi dietro integralismi di vario genere, che servono a mascherare i loro veri interessi.
Dall’Europa all’Asia all’Africa al Sudamerica, i cittadini sono stanchi, manifestano, gridano, non ci stanno più.
La reazione dei governi è in alcuni casi brutale, in altri casi di paziente attesa dello sfinimento altrui, ma osservando da fuori con occhi attento e senza nessun pregiudizio politico (abbiamo le nostre idee politiche, ma non ce ne frega niente di chi sta al potere quando questi compia al suo mandato con onestà e nel rispetto della globalità dei cittadini) si percepiscono crepe nella relazione tra cittadini e governi che dovranno in qualche modo portare alla ristrutturazione dell’edificio democrazia, governo, potere, amministrazione o come lo si voglia chiamare.
Vale per il governo ostaggio dei Militari in Egitto, per quello di Ennahda in Tunisia, per il governo del corrotto PP in Spagna, per l’orrido governo di Humala condizionato dall’integralisno evangelico in Perù, vale per l’amore per la dittatura di Erdogan, e vale anche per l’Italia, dove i cittadini sono troppo civili e amanti del loro paese (e non pigri e cialtroni come qualcuno scrive) per scatenare disordini, ma riprendendo la citazione da Victor Hugo che abbiamo utilizzato per lintervento che Gaiaitalia.com ha pubblicato il 22 luglio su Diariodiamado.Vanityfair.it: “Che un gatto possa mutarsi in leone (…) non lo credono possibile, tuttavia ció accade, e questo è il miracolo del popolo…”.
Farebbero meglio a pensarci.
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