L’Onu ha chiesto al Vaticano, formalmente, attraverso la commissione ONU per i Diritti del Fanciullo alla Santa Sede, dopo avere dato l’annuncio la settimana scorsa nell’ambito del congresso annuale della stessa commissione svoltisi a Ginevra, di dare spiegazioni ufficiali sull’utilizzo del silenzio sistematico nei casi di abuso sui minori da parte del clero cattolico.
La risposta “perché troppo impegnati a distruggere la vita di gay e lesbiche”, ha un senso, ma in questo caso suona più come una battuta.
Secondo quanto pubblicato dal sito Cronache Laiche la Commissione ha chiesto “spiegazioni e informazioni dettagliate su ogni singolo caso di stupro” riferendosi al “riconoscimento da parte della Santa Sede delle violenze contro i minori commesse da esponenti del suo clero, preti e suore in numerosi paesi del mondo, e data l’entità degli abusi”.
Il documento ONU è stato sollecitato da numerose organizzazioni internazionali, le stesse che si sono rivolte a Bergoglio chiedendogli di affrontare con decisione, segnando una rottura con tutti i suoi predecessori, la questione dei preti stupratori di minori ponendola in cima alle priorità del suo mandato.
Il documento ONU chiede al Vaticano prove che dimostrino l’implementazione di misure reali atte ad “assicurare che nessun esponente del clero accusato di abusi sessuali sia stato lasciato in contatto con minori”, vista l’abitudine di spostare preti stupratori da una parrocchia all’altra, e di essere informata sui casi in cui preti, vescovi o altri allegri moralisti antigay, ma pedofili, abbiano coperto casi di abusi su minori.
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